Hanno parlato di app e Green pass, ma solo Lazio e Campania rilasciano certificati di avvenuta vaccinazione

Altro che svolta digitale: il Garante della Privacy sembra aver influito sulla scelta del governo

29/04/2021 di Gianmichele Laino

Si era parlato tantissimo di Green pass. Si erano fatte ipotesi su applicazioni ad hoc, oppure sull’app Immuni rivitalizzata per questo scopo o, ancora, per l’app IO della Pubblica Amministrazione. Poi, è stata avanzata addirittura l’ipotesi della tessera sanitaria e del suo chip: il tutto per permettere alle persone già vaccinate con la seconda dose o che si fossero sottoposte a tampone o, ancora, che fossero guarite dal Covid-19 nei sei mesi precedenti di spostarsi tra regioni. Invece, al momento è tutto fermo, con una grossa scure del Garante della Privacy che pende sulle amministrazioni che vorrebbero studiare queste soluzioni. E rispetto al via libera delle regioni gialle dato il 26 aprile siamo già abbondantemente in ritardo sui tempi.

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Green pass non conformi, ecco chi ha le certificazioni vaccinali

Il Garante della Privacy ha emesso una nota ufficiale indirizzata a Palazzo Chigi, chiedendo di rivedere attentamente la strategia sull’utilizzo di applicazioni che trattano dati sanitari sensibili. Questo passaggio, evidentemente, ha avuto un grande peso sulla scelta di monitorare gli spostamenti dei cittadini italiani. Tant’è che, al momento, non esiste nessun tipo di documento ufficiale, vidimato dallo stato, che possa essere soprattutto univoco per gli spostamenti in tutta Italia e per le varie casistiche sopra elencate (vaccinazioni, tamponi o guarigioni da Covid-19).

Al momento, le uniche regioni che sembrano aver fatto un piccolo passo in avanti sono Lazio e Campania: queste ultime regioni hanno previsto, sulle loro piattaforme dedicate alle vaccinazioni da coronavirus, dei certificati di avvenuta somministrazione di entrambe le dosi. I numeri sono comunque molto ridotti: il Lazio, ad esempio, ha caricato 500mila moduli, la Campania ha semplicemente aggiunto un link alla piattaforma.

Sono comunque i passi in avanti più significativi: il resto degli abitanti del Paese si sta spostando, in questi giorni, con delle autocertificazioni. Al massimo esibendo i documenti rilasciati al momento della somministrazione delle dosi di vaccino o il referto del tampone a cui ci si è sottoposti. Non è un liberi tutti. Ma questa cosa qui ci assomiglia molto.

Foto IPP/Fabio Cimaglia – Roma

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