Il pugliese trapiantato a Milano che ringrazia Allah per il Coronavirus

08/07/2020 di Enzo Boldi

I carabinieri del Ros hanno arrestato a Milano un 38enne pugliese. Contro di lui l’accusa di istigazione al terrorismo e propaganda in favore dello Stato islamico. L’uomo si era radicalizzato nel 2015, cambiando anche il proprio nome. Secondo le indagini, teneva aperti i contatti con altri estremisti e parlava di jihad anche a i minori che frequentavano un centro islamico nel capoluogo lombardo. Tra le frasi intercettata anche un «grazie Allah per il Coronavirus».

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«È stata una cosa di Allah, una cosa positiva. La gente sta impazzendo e per chi non è musulmano tutto l’haram adesso è difficile farlo. Gli sono stati tolti loro i vizi quali fumare, bere e andare in giro, che caratterizzano il loro stile di vita». L’haram di cui parlava il 38enne pugliese significa «tutto ciò che è vietato». Si tratta di tutte le privazioni imposte dalla religione islamica. Secondo l’uomo, dunque, il Covid è stato voluto da Allah per dare un chiaro segnale al mondo, costringendo chi non è musulmano a privazioni.

«Grazie Allah per il Coronavirus»

Insomma, quel «Grazie Allah per il Coronavirus» era una sorta di sintesi per l’annientamento delle abitudini e lo stile di vita degli occidentali. Messaggi che venivano veicolati anche ai minori che frequentavano un centro islamico milanese. Il 38enne pugliese parlava apertamente di jihad e di lotta armata contro quelli chiamati ‘infedeli’.

Messaggi anche su Facebook

E il tutto veniva anche condiviso sul suo profilo Facebook, dove compaiono decine di immagini e video che inneggiano al terrorismo islamico, alla lotta armata. Poi scatti di Osama Bin Laden, delle Torri Gemelle e dei foreign fighters che imbracciano fucili e fanno proclami di propaganda in favore dello Stato islamico. Il tutto condito dalle minacce di jihad globale.

(foto di copertina: da Pixabay)

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