Tu chiamala, se vuoi, “Graticola”: ecco chi rischia all’interno dell’M5S

Il nome non è certo dei più rassicuranti e per una volta i timori non sono così ingiustificati. È partita, all’interno del Movimento Cinquestelle, la cosiddetta “graticola”: parliamo della valutazione collettiva che i pentastellati sono chiamati a esprimere sui membri dell’esecutivo, una dinamica raccontata bene da Paese Sera.

In sostanza si tratta di una serie di faccia a faccia con ministri e sottosegretari su quello che non ha funzionato in un anno di Governo, ma anche un racconto, in favore di colleghi e di telecamere, che assomiglia molto a una sorta di casting tv. Non mancano poi i questionari anonimi compilati dai deputati sull’operato dei membri dell’esecutivo, strumenti che il “cerchio magico” di Di Maio dovrebbe utilizzare per re-indirizzare l’operato del Governo e soprattuto scaricare le responsabilità su una caduta di consensi ormai sempre più evidente. E gli esiti sarebbero già evidenti.

Nel mirino i sottosegretari Crippa e Cioffi, ma cresce la fronda all’interno dell’M5S

Secondo fonti riportate dall’AdnKronos, particolarmente duro sarebbe stato il giudizio espresso dalla Commissione Industria, commercio e turismo nei confronti di Davide Crippa e Andrea Cioffi, sottosegretari allo Sviluppo economico, ministero guidato dal leader del M5S Luigi Di Maio. Tra le mancanze attribuite ai due segretari ci sarebbero:”L’assenza di confronto rispetto alle decisioni assunte, anche in contraddizione con l’indirizzo politico del M5S indicato nel programma elettorale. Assenza di dialogo con la Commissione, rispetto agli argomenti trattati nei lavori della stessa. Assenza di confronto per la definizione di indirizzi, proposte emendative (pareri, riformulazioni, etc.)”. E ancora: “Assenza di interlocuzione anche per temi che arrivano dal territorio a cui tutti noi siamo chiamati a dare risposte. Questa assenza – si legge nel documento interno ai pentastellati diffuso da AdnKronos- si rileva anche per altri sottosegretari”. Insomma, ai sottosegretari si contesterebbe anche la mancata presenza sul territorio.

Quel che è probabile, è che, la discussa modalità di queste valutazioni potrebbe trasformarsi in un boomerang per tutto il Movimento. Secondo fonti parlamentari, alcuni pentastellati avrebbero valutato come una vera e propria “gogna” il metodo utilizzato da Di Maio e i suoi fedelissimi per valutare l’operato di ministri e sottosegretari. Alcuni si sarebbero rifiutati, per protesta, di consegnare il questionario. E il rischio concreto è che sulla “graticola” potrebbero finire, prima o poi, i vertici dell’M5S. 

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