Gramellini ha riscritto il Caffè su Silvia Romano: «Sono arrivati ad augurarmi la morte»

Massimo Gramellini ha corretto (nel senso che ne ha scritto uno nuovo, non che ci ha versato dentro del liquore) il suo Caffè quotidiano, dopo le polemiche che lo hanno investito nel corso della giornata di ieri per le parole spese sulla vicenda di Silvia Romano, la cooperante 23enne milanese rapita in Kenya mentre stava assistendo i bambini e seguendo un progetto di una onlus marchigiana.

Gramellini ha riscritto il Caffè su Silvia Romano

L’editorialista del Corriere della Sera ha ribadito – già ieri aveva scritto un tweet in cui chiariva alcuni aspetti del suo pensiero – di essere dalla parte di Silvia Romano, nonostante l’incipit del suo pezzo di ieri. Gramellini, innanzitutto, è stato spiazzato dalla differenza di vedute sul tema affrontato: email e lettere arrivate in redazione lo accusavano di essere stato troppo tenero con la ragazza, mentre sul web era partito lo shitstorm nei suoi confronti per la ragione completamente opposta.

Nel suo incipit, infatti, Gramellini aveva scritto che Silvia Romano avrebbe potuto «soddisfare le sue smanie d’altruismo» in una mensa della Caritas italiana. Che dovrebbe essere rimproverata per aver fatto, in fondo, una ragazzata. Alla fine dell’articolo, tuttavia, Gramellini tornava indietro e condannava gli insulti che una certa parte di web aveva voluto rivolgere alla ragazza.

«Qualche furbacchione – ha scritto Gramellini nel suo Caffè del 23 novembre – aveva preso l’incipit della rubrica (in cui riconoscevo la logica di alcune argomentazioni contro la cooperante per arrivare nelle righe successive a rovesciarle) e me lo aveva attribuito». Argomentazione piuttosto debole, in verità. Non è che a Gramellini «è stato attribuito» un incipit. È stato proprio lui, di suo pugno, a firmarlo. Poi, ha invitato i «gabbiani da tastiera» a leggere fino in fondo il Caffè dal momento che «è piuttosto breve». In realtà, nonostante il miglioramento di tono delle ultime righe, c’era comunque qualcosa che non andava (o che, almeno, poteva non piacere) anche nella seconda parte del pezzo.

Le minacce di morte a Gramellini

Alla fine, Gramellini ribadisce in maniera più chiara quello che pensa sulla vicenda di Silvia Romano, rivelando anche di aver ricevuto delle minacce di morte per quello che aveva scritto ieri: «Persone che in nome del Bene ti augurano di morire: e hanno talmente tanta fretta di fartelo sapere – chiude – da non accorgersi nemmeno che su Silvia tu la pensi come loro».

Almeno, oggi abbiamo capito che Massimo Gramellini non era contrario alla scelta di vita di Silvia Romano. Ieri, per quanto lo scrittore e giornalista possa rivendicare il fatto che il web intero lo abbia frainteso, sembrava davvero molto critico nei confronti della giovane italiana rapita in Kenya.

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