Il Governo si spacca su Radio Radicale. Di Maio: “Fatto gravissimo, la Lega dovrà risponderne”
13/06/2019 di Daniele Tempera
Sale ancora la tensione tra Lega e Movimento Cinque Stelle. I due partner di Governo si dividono in Commissione Vigilanza e salta il doppio incarico per Foa a presidente di Rai e Rai.com. Una esito dato da un dietrofront improvviso dei pentastellati, ma le fratture più pesanti per l’esecutivo si registrano proprio sul cosiddetto “salvataggio” di Radio Radicale.
Radio Radicale: semaforo verde ai 3 milioni per salvarla
Passa invece l’emendamento PD presentato Roberto Giachetti e Filippo Sensi sul salvataggio di Radio Radicale con un finanziamento di 3 milioni di euro per salvare (almeno nel corso del 2019) la storica emittente. Una misura che sarebbe stata concordata con la Lega (che ha votato l’emendamento) e che ha letteralmente mandato su tutte le furie Luigi Di Maio.
«Siamo arrivati al paradosso secondo cui, dopo aver stanziato nuovamente per il 2019 ben 9 milioni di euro (già questo per noi è assurdo), oggi il Pd ne ha persino chiesti altri 3 (4 milioni anche per il 2020).
E tutti i partiti, compresa la Lega, gli hanno detto di sì, hanno votato per regalare altri soldi delle vostre tasse a una radio privata. Secondo noi è una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovrà rispondere davanti ai cittadini. Sono franco: dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd!» ha attaccato il vicepremier, affermando poi che «si va avanti, perché siamo persone serie, ma è giusto che i cittadini sappiano che questo regalo a Radio radicale è contenuto nel Decreto Crescita».
L’obiettivo è quello degli ultimi tempi, enfatizzare la purezza dell’M5S e contrapporlo alla “casta”: «E poi, cari cittadini, troverete anche 3 milioni di euro in più delle vostre tasse donati a Radio Radicale, una radio privata che ospita giornalisti con stipendi da capogiro di anche 100mila euro l’anno. Tutti pagati con i vostri e i nostri soldi, da sempre.
Il MoVimento 5 Stelle avrebbe voluto mettere fine a questa indecenza. I partiti si sono messi di traverso» continua su Facebook Di Maio, rivolgendosi direttamente ai propri sostenitori.
Insomma, la strada continua a essere quella della differenziazione qualitativa dalla Lega e della riappropriazione di temi “cari” al Movimento delle origini, mentre i consensi continuano a calare. Una strada apparentemente impervia che il leader pentastellato continua a calcare in maniera abbastanza acritica.