La Florida vuole penalizzare i colossi del web che bannano i politici

E la mente corre subito a quanto successo con Donald Trump e i social network

25/05/2021 di Gianmichele Laino

Il disegno di legge – che potrebbe entrare in vigore già dal prossimo mese di luglio – porta la firma di Ron DeSantis, il governatore della Florida. Lo stato potrebbe applicare delle sanzioni molto pesanti nei confronti delle piattaforme del web, come i social network Facebook, Twitter o YouTube, che dovessero decidere di bannare personaggi politici. Si tratta di una legge che punta a favorire tutti i politici conservatori che, nell’ultimo periodo, sono stati estromessi da alcune piattaforme in virtù di alcune fake news pubblicate o in seguito a vere e proprie incitazioni all’odio. Il pensiero viaggia subito verso Donald Trump e a quanto accaduto a Washington il 6 gennaio scorso.

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Governatore della Florida chiede penalizzazioni per le piattaforme che bannano i politici

La legislazione che sta per essere firmata prevede che le piattaforme possono sospendere gli account solo per 14 giorni, in alternativa saranno multate fino a 250mila dollari al giorno successivo al periodo di tempo previsto per eventuali violazioni di policy. Una pericolosa interazione tra meccanismi di funzionamento delle piattaforme private e la legislazione pubblica di uno Stato.

Ma non si limitano a questo le polemiche sul provvedimento. Il disegno di legge previsto dal governatore della Florida sottolinea che questo insieme di prescrizioni non vale se una piattaforma possiede, all’interno del territorio di uno stato, un parco tematico. Un provvedimento ad personam per la Disney, che pure gestisce una fondamentale piattaforma web e che, contemporaneamente, è titolare del parco divertimenti più celebre degli Stati Uniti. Paradossalmente, se Facebook dovesse acquistare un parco tematico potrebbe tranquillamente derogare alla legge sulla sospensione dei politici. Un dettaglio che non è sfuggito ai politici democratici che, in ogni modo, si stanno opponendo alla legge. Andrew Learned, ad esempio, ha chiesto: «Se Facebook acquista un parco a tema, ciò ci impedisce di regolare ciò che accade su Facebook?». La risposta repubblicana è stata al limite del sarcastico. Del tipo, Facebook fondi Zuckerland e poi faccia quel che gli pare. Vi ricorda una previsione fassiniana? Nulla è da escludere.

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