Google presenterà ricorso alla Corte di giustizia dell’UE contro il pagamento della multa record di 4 miliardi di euro

Intanto la Commissione europea intanto sta indagando anche su Google Play Store

27/10/2022 di Giordana Battisti

Google presenterà ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea contro la sanzione di 4,125 miliardi di euro inflitta dalla Commissione europea e già confermata dal Tribunale dell’Unione europea.

La multa inflitta dalla Commissione europea a Google era stata confermata dal Tribunale dell’Unione europea, che aveva imposto il pagamento della somma di 4,125 miliardi di euro, ridotti rispetto alla cifra iniziale di 4, 343 miliardi di euro. I giudici avevano concordato con la Commissione europea stabilendo che Google sia responsabile delle restrizioni illegali imposte ai produttori di dispositivi mobili Android al fine di consolidare la posizione dominante del suo motore di ricerca.

Google è accusata di aver violato le regole di concorrenza leale imponendo delle restrizioni ai produttori di dispositivi mobili Android. Secondo l’accusa, infatti, Google obbliga i produttori di smartphone e tablet a installare, prima che questi vengano venduti, Play Store e altre applicazioni sviluppate da Google.

Si tratta della somma più alta che un’autorità di vigilanza abbia mai emesso in merito alla concorrenza in Europa. La multa è stata emessa nel 2018 dall’ufficio per la concorrenza della Commissione europea, capitanato dalla commissaria Margrethe Vestager, che aveva avviato l’indagine su Google nel 2015.

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Google non intende pagare la multa: presenterà ricordo alla Corte di giustizia dell’UE

Ora Google ha comunicato che presenterà ricorso contro la multa alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Un portavoce di Google ha detto: «Stiamo preparando il nostro ricorso. La scadenza per la Corte è il 1 dicembre».

La Commissione europea intanto sta indagando anche su Google Play Store di Google e questa indagine potrebbe concludersi con l’emissione di un’altra multa di un miliardo di euro. Il sospetto è che Google abbia minacciato di rimuovere le applicazioni dal suo Play Store se gli sviluppatori di queste applicazioni utilizzano altre opzioni di pagamento invece del proprio sistema di fatturazione.

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