Google ha iniziato a pagare i giornali in Francia

E in Italia a che punto siamo?

20/11/2020 di Gianmichele Laino

Di cosa stiamo parlando? Di una delle prime applicazioni della direttiva europea sul copyright che è stata approvata nel 2019 e che, in vari stati dell’Unione, è ancora molto lontana dall’essere recepita. Ora, Google paga giornali in Francia per la promozione dei propri contenuti a partire dal motore di ricerca e dalle sue emanazioni (come, ad esempio, Google News). Al momento, si tratta di sei testate di carattere internazionale (tra quotidiani e riviste), tra queste Le Monde, Libération, Le Figaro e i settimanali L’Express e L’Obs.

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Google paga giornali in Francia: una svolta

In particolare, è l’articolo 15 della direttiva sul copyright che sostanzialmente interessa maggiormente i giornali. Protegge, infatti, i contenuti coperti da copyright e che sono di natura giornalistica dal loro effettivo utilizzo online. I diritti d’autore vengono riconosciuti agli editori dei giornali da tutte quelle piattaforme web (e tra queste ci sarebbero chiaramente anche Google o i social network come Facebook, ad esempio) per l’utilizzo online delle pubblicazioni giornalistiche.

Il primo passo, quindi, è stato fatto proprio in Francia dove gli editori avrebbero ottenuto i ricavi da Google a partire da una ripartizione equa e con criteri oggettivi che, però, al momento non sono stati comunicati. In ogni caso, è già una notizia che ci sia un accordo tra il motore di ricerca e alcuni dei più importanti quotidiani francesi, così come è una notizia che questo accordo – ovviamente in maniera proporzionale – potrà essere in qualche modo esteso anche ad altre realtà medio-piccole.

Google paga giornali in Francia e in Italia a che punto siamo?

L’obiettivo italiano è quello di ricalcare in qualche modo la situazione francese. Innanzitutto, però, occorre recepire all’interno dell’ordinamento italiano la direttiva UE sul copyright, un processo quest’ultimo lasciato alla mercé del parlamento. Secondo il sottosegretario all’Editoria Andrea Martella, la direttiva sul copyright entrerà nell’ordinamento italiano entro i primi mesi del 2021. Senza quel presupposto, infatti, per gli editori sarà impossibile sedersi allo stesso tavolo del colosso di Mountain View. Che, nel frattempo, continua a fare il bello e il cattivo tempo, dettando la linea editoriale ai principali quotidiani italiani.

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