De Magistris accusa Gomorra: «È una droga mediatica per i giovani, con eroi di me**a»

06/05/2019 di Enzo Boldi

La tragica sparatoria in pieno giorno in piazza Nazionale ha riacceso una ferita aperta a Napoli che vede come protagonisti i clan della criminalità organizzata. Uno dei proiettili di quel folle pomeriggio di venerdì ha colpito la piccola Noemi, 4 anni, che ora lotta tra la vita e la morte all’Ospedale pediatrico Santobono, dopo una complicata operazione ai polmoni, entrambi lesionati da quella pallottola. La bambina è la vittima innocente di quanto accade nelle strade del capoluogo partenopeo, dove le bande rivali sono tornate ad affrontarsi senza scrupolo e con sdegno della vita umana. Per Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, le responsabilità sono molte: dalla politica che si disinteressa dalla lotta alla criminalità, al Viminale che promette e poi si rende evanescente. Ma i cattivi esempio arrivano anche dalla tv, con Gomorra che racconta – secondo lui – in maniera troppo nuda e cruda quanto accade, creando una sorta di fascino del male che genera emulazione.

«Il sindaco di Napoli ha il diritto/dovere di chiedere allo Stato di fare di più in quella che forse è l’unica vera funzione che ancora gli spetta in via esclusiva: prevenire il crimine e reprimerlo. In questo modo ci aiutate anche a distruggere il modello drogato, per alcuni vergognosamente vincente, degli eroi (di merda) di Gomorra – scrive Luigi De Magistris in un lungo post Facebook sulla sparatoria di venerdì pomeriggio -. Una droga mediatico-comunicativo-artificiale che rischia di corrodere cervello, anima e cuore di centinaia di giovanissimi. Non fate l’errore di sottovalutare questo simbolismo affascinante del male. La nostra parte l’abbiamo fatta e la continueremo a fare, giorno e notte».

De Magistris contro il modello di Gomorra

Un pensiero già esposto in passato, quando il sindaco di Napoli se la prese con lo scrittore Roberto Saviano, reo – secondo De Magistris – di presentare agli occhi dei lettori (e degli spettatori, con i suoi libri diventati film o serie tv) una visione univoca della città, mostrata come il polo della criminalità italiana, senza mai mostrare le bellezze che è in grado di offrire.

Salvini e le promesse mancate

Nel suo lungo post, oltre a Gomorra, c’è spazio anche per Matteo Salvini. Il sindaco di Napoli parla di promesse mancate, come l’invio di altre forze dell’ordine e criticando la sua assenza nella città dopo la sparatoria, perché impegnato nei comizi elettorali in giro per l’Italia: «Si diffonde l’uso delle armi, anche con l’utilizzo indiscriminato della legittima difesa, il tutto condito dal bullismo istituzionale plasticamente rappresentato dal ministro Salvini con il mitra in mano. Un ministro muscolare con i deboli e molto molle con i forti. Un ministro quasi mai presente al Viminale perché sempre impegnato in campagna elettorale, tra un comizio e l’altro, anche mentre si diffondeva la notizia della bimba napoletana in rianimazione, non esitava a farsi immortalare da un selfie con tanto di sua dichiarazione».

(foto di copertina da: ANSA / CIRO FUSCO + Frame da Gomorra 4)

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