Le reazioni all’uccisione di Soleimani: «Gli americani comprino le bare per i soldati»

Donald Trump ha twittato una bandiera americana senza alcuna didascalia per commentare l’attacco da lui ordinato per uccidere Qassem Soleimani, capo delle Forze al-Quds e figura estremamente influente per la politica estera dell’Iran soprattutto per quanto riguarda le operazioni, passate e presenti,  in Iraq e in Afghanistan. Ma la sua decisione è stata fortemente condannata sia in Usa che in Medio Oriente, e ha sicuramente scosso non di poco i precari equilibri nella regione, tanto che l’ambasciata Usa ha invitato i propri concittadini a lasciare l’Iraq il prima possibile, preferibilmente per via aerea o via terra per trovare rifugio nei paesi vicini.

Le reazioni all’uccisione di Soleimani: «Gli americani comprino le bare per i soldati»

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Le autorità iraniane hanno rilasciato una dichiarazione spietata dopo l’attacco ordinato da Donald Trump in cui hanno perso la vita otto persone tra cui il braccio destro di Hashed, Abu Mahdi al-Muhandis, e soprattutto Qassem Soleimani. «L’atto di terrorismo internazionale degli Stati Uniti con l’assassinio del generale Soleimani, la forza più efficace nel combattere il Daesh, Al Nusrah e Al Qaida, è estremamente pericolosa e una folle escalation» ha infatti dichiarto il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, aggiungendo che «gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità di questo avventurismo disonesto». Parole a cui ha fatto eco anche la condanna della guida suprema iraniana Ali Khamenei, che ha chiesto tre giorni di lutto nazionale per il generale Qassem Soleimani il cui lavoro e cammino « non si fermeranno». Non solo, Khamenei ha aggiunto che «una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa». L’alto comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniana ( i Pasdaran), il generale Mohammad Reza Naghdi ha messo alle strette Washington: «La Casa Bianca deve lasciare la regione oggi o deve andare al mercato a ordinare bare per i soldati» ha affermato, aggiungendo che «non vogliamo uno spargimento di sangue. Devono fare da soli la loro scelta».

La condanna e la preoccupazione in Usa

Ma una dura condanna a quanto ordinato non è arrivata solo dal Medio Oriente. Il candidato avversario democratico di Donald Trump alle presidenziali 2020 Joe Biden ha infatti paragonato l’attacco di Trump a gettare «dinamite in una polveriera». Pur evidenziando che «nessun americano piangerà la morte» del generale, Biden ha ribadito ce Soleimani «meritava di essere consegnato alla giustizia per i suoi crimini contro le truppe americane» e che il raid di Trump porterà ad una pericolosa escalation di violenza e tensione. «L’Iran risponderà sicuramente, potremmo essere sull’orlo di un grande conflitto in Medio Oriente» ha aggiunto, non nascondendo i suoi timori in merito al fatto che l’amministrazione del tycoon non abbia «la necessaria visione a lungo termine».

L’appello di Biden è che Trump spieghi al popolo americano la strategia che sta adottando: un appello a cui si unisce anche la speaker della Camera Nancy Pelosi, che a gran voce ha richiesto che spiegazioni vengano date non solo al popolo ma anche al Congresso, che non sarebbe stato interpellato prima di dare l’ordine di uccisione. L’atto «provocatorio e sproporzionato» infatti «rischia di provocare una pericolosa ulteriore escalation di violenza» ha spiegato Pelosi aggiungendo che c’è il rischio di raggiungere il «punto di non ritorno».

(Credits immagine di copertina:  Wikimedia Commons)

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