Giuseppe Conte sul Recovery Fund: «Il risultato non è mio, non è del governo, ma dell’Italia intera»

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è presentato in Senato per un’informativa urgente sull’esito del consiglio europeo di Bruxelles che ha approvato il Recovery Fund e che ha visto destinare all’Italia aiuti per 209 miliardi di euro, tra prestiti e versamenti a fondo perduto. Il premier ha ripercorso le difficoltà della trattativa e ha affermato che l’Italia ha ottenuto un esito ancora migliore rispetto all’inizio degli accordi. Ma non vuole intestarsi assolutamente il successo sul Recovery Fund.

LEGGI ANCHE > Il Mediterraneo secondo Salvini: «I tunisini pescano nel nostro mare e ci lasciano gli infetti in cambio»

Giuseppe Conte dice che il Recovery Fund è un risultato dell’Italia intera

«Voglio sottolinearlo davanti all’aula di Palazzo Madama – ha detto Conte -. Il risultato che abbiamo ottenuto al consiglio europeo non è del presidente del Consiglio, non deve essere intestato a questa maggioranza o all’esecutivo intero. Ma deve essere considerato il risultato dell’Italia intera».

Una sorta di condivisione ecumenica del risultato ottenuto sul Next Generation EU, dimostrata anche dal ringraziamento che Giuseppe Conte ha fatto – dopo essere stato brevemente interrotto dalla presidente del Senato Casellati – anche alle opposizioni, sottolineando anche il lavoro svolto dai partiti di minoranza in questo periodo.

Giuseppe Conte spiega la strategia seguita sulla trattativa

Conte ha ricordato che l’Italia ha voluto prima che si chiudessero tutte le parti contabili, mantenendo la riserva fino alla fine. Per questo motivo, l’ultima formulazione del negoziato è particolarmente favorevole nella parte riguardante il freno d’emergenza previsto dal consiglio europeo sui fondi da elargire ai Paesi membri. Giuseppe Conte rivendica la strategia utilizzata in merito a quest’ultimo aspetto e il risultato ottenuto, stabilendo una durata massima per l’emergency brake e tutte le garanzie legali relative a questo strumento, evitando che il veto di un singolo potesse compromettere il piano di rilancio di un Paese membro.

«Siamo chiamati a profondere un impegno per far sì che il percorso riformatore trovi attuazione – ha concluso Conte -. Abbiamo posto le basi per un piano importante in modo tale da affrontare le sfide del futuro con gli investimenti necessari. Il nostro Paese presenta delle storiche criticità, ma il nostro governo affronterà il piano con impegno e lungimiranza, con la consapevolezza che la credibilità dell’Italia in Europa passerà anche da qui: dal saper dimostrare la capacità di cogliere l’opportunità storica. Sarebbe un errore non farlo e non possiamo accusare l’Europa di non averci aiutato. Visioni egoistiche non fanno altre che alimentare nei cittadini il distacco dalle istituzioni».

Conte ha infine citato l’economista Jacques Delors: «È ora di collocare il fiore della speranza al centro del giardino europeo». Lunghi applausi per il presidente del Consiglio alla fine del suo discorso, qualcuno anche dai banchi delle opposizioni.

Share this article