La vergognosa e violenta vignetta contro Giuliano Ferrara sul Fatto Quotidiano
19/02/2019 di Enzo Boldi
Fare ridere, strappare una risata e far riflettere sono tre doti che non appartengono a tutti. Spesso e volentieri i vignettisti sono protagonisti di bei disegni di satira che immortalano una situazione attuale riuscendo nell’intento di unire i tre punti cardine del motto ‘castigat ridendo mores’. Alcune volte, però, capita di perdere di vista l’aspetto educativo di questa satira e cadere in disegni e didascalie che non fanno ridere, non strappano una risata, ma spingono a una riflessione. Non sul tema affrontato, ma su cosa abbia spinto una matita a rendersi protagonista di battute vergognose e violente, come accaduto oggi con la vignetta di Beppe Mora contro Giuliano Ferrara.
Il disegno è stato pubblicato a pagina 19 de Il Fatto Quotidiano – sì, lo stesso giornale della querelle tra Vauro e Travaglio, con quest’ultimo che aveva censurato il disegno ‘Si Tav, No Tav, Boh Tav’ con protagonista il ministro Danilo Toninelli perché considerata una «vignetta sbagliata» – e mostra un Giuliano Ferrara con sul volto i segni di un pestaggio.
La vignetta contro Giuliano Ferrara approvata da Travaglio
Il vignettista Beppe Mora, che collabora con Il Fatto Quotidiano, ha tentato (fallendo miseramente) di strappare una risata accomunando il fatto di cronaca avvenuto ieri a Ferrara – con protagonista una banda di nigeriani – con l’ex direttore de Il Foglio. «Un gruppo di nigeriani massacrano Ferrara. Purtroppo non Giuliano». Violenza verbale, incitamento all’odio immotivato o che, comunque, non dovrebbe avere spazio su una testata. Evidentemente, però, Marco Travaglio la pensa diversamente e reputa meno lesiva – anzi, «meno sbagliata» – una vignetta di questo tipo rispetto alla satira sull’indecisione del Movimento 5 Stelle sul Tav.
Il massacro dell’italiano in un disegno che non fa ridere
Oltretutto, all’obbrobrio si aggiunge l’orrore. Quello grammaticale. Se si parla di «Un gruppo di nigeriani» non si può usare il plurale per il verbo successivo, dato che il soggetto della frase è il «gruppo» e non «i nigeriani». Quindi – ribadendo il fatto che tutto ciò non faccia ridere – sarebbe stato corretto utilizzare la terza persona singolare del tempo presente del verbo massacrare: «Un gruppo di nigeriani massacra Ferrara». L’italiano è importante, ma di fronte a questa vergogna può rimanere in secondo piano.
(foto di copertina: da vignetta pubblicata a pagina 19 de Il Fatto Quotidiano di martedì 19 febbraio 2019)