Giovanni Tria davanti a Confindustria: «Resta il 2.4% per il 2019, ma l’obbiettivo è far crescere l’Italia»

 Mentre lo spread sale e scende, il ministro dell’Economia Giovanni Tria cerca di rassicurare i mercati, e non solo, intervenendo al seminario del Centro studi di Confindustria: «Ci scosteremo dagli obbiettivi concordati con la commissione europea».

Giovanni Tria, il vertice in serata dopo il viaggio a Lussemburgo

Giovanni Tria era rientrato anticipatamente da Lussemburgo ieri, dopo aver incontrato con l’Eurogruppo che aveva mostrato forti scetticismi rispetto alla manovra economica preannunciata dal governo Italiano, visti anche gli andamenti in Borsa. Tria sicuramente ha cercato di mediare, ma la nota ufficiale arrivata in serata dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio mostra che il vertice è andato bene, ma fino a un certo punto. «Confermiamo le anticipazioni che ci avevano indotto a definire la manovra seria, razionale e coraggiosa – si legge nella nota diffusa –  Confermiamo il programma delle riforme annunciate che partiranno già nel 2019. Abbiamo lavorato per accelerare la discesa del rapporto debito/Pil in modo consistente nell’arco del triennio» scrive, ribadendo la conferma del « 2,4 per cento di deficit e una diminuzione del debito grazie alla crescita e ai tagli agli sprechi prodotti dal team ‘mani di forbici’». Concetti espressi anche da Matteo Salvini in parole piu “povere”: «Puntiamo tutto su lavoro e crescita, via la Legge Fornero e meno tasse alle partite Iva. In Europa se ne faranno una ragione: i cittadini italiani sono stufi di precarietà e insicurezza».

Giovanni Tria a confindustria, «manterremo le promesse, nei giusti tempi»

L’obbiettivo è comunque quello di ridurre il deficit e far crescere l’Italia. Dopo la nottata passata insieme a Conte, Di Maio, Salvini e Moavero per chiarire le cifre del Def, Giovanni Tria interviene di fronte alla platea del convegno del centro studi di Confindustria. Il ministro dell’economia conferma che la situazione non è delle migliori, ma asserisce che l’azione del Governo M5S-Lega non è certo improntata verso una «finanza allegra che faccia saltare i conti pubblici per dar spazio alle promesse». Attenzione: il programma va rispettato così come gli impegni presi con l’elettorato, ma è necessaria «una forte gradualità. Le promesse andranno nel corso della legislatura». Sono due i punti su cui il Governo non vuole assolutamente cedere: deficit 2019 al 2,4% e avvio immediato di quota 100, e reddito di cittadinanza. 

Giovanni Tria e «lo scostamento dagli obbiettivi fissati in Europa»

Da dove cominciare allora? Per prima cosa, dagli accordi presi dal precedente governo con la commissione europea. Matteo Salvini interviene a Mattino5  con parole forti e aggressive: «Con il nostro governo, l’Italia non è più SERVA dei poteri forti» dice il leader della Lega, e aggiunge «io penso che in UE ci sia qualcuno che punta a mettere in ginocchio l’Italia per comprarsi sottocosto aziende, banche, imprese alimentari, moda. Qualcuno vuole Italia debole e piena di immigrati, ma con questo governo la cosa non funziona». In conclusione, una citazione poetica per il leder del carroccio: «Le minacce dell’Europa non mi interessano e come D’Annunzio dico: “Me ne frego!”». Ben più pacato Giovanni Tria davanti a Confindustria nell’affermare che nel prossimo anno ci sarà «uno scostamento» dagli obbiettivi prefissati con la commissione, ma rassicura che «ci sarà poi un graduale ridursi del deficit negli anni successivi». Il piano sarebbe quello di darla vinta Di Maio mantenendo il rapporto tra deficit e Pil al 2.4% per l’anno prossimo, salvo ridurlo al 2% nel 2020 e 2021. 

Giovanni Tria, «crescita vigorosa, investimenti e resilienza»

L’obbiettivo fermo resta infatti quello di «eliminare entro due anni il divario di crescita rispetto all’Europa e di assicurare al contempo una riduzione costante del rapporto debito-Pil», continua Giovanni Tria davanti al pubblico di Confindustria. Perché ciò avvenga è necessaria una «strategia di politica economica diretta a conseguire una crescita più sostenuta e ridurre il gap di crescita che l’Italia ha avuto con il resto di Europa nell’ultimo decennio». Il ministro dell’economia parla del bisogno di «una crescita vigorosa» e allo stesso tempo di «una maggiore resilienza» necessaria per il nostro paese. Si vuole tornare ai tempi della pre-crisi con il «rilancio di investimenti», la cui «carenza è un problema che riguarda non solo l’Italia» anche se nel nostro Paese è «più accentuata». Proprio a questo scopo, ha proseguito Tria, «il governo attiverà entro la fine di quest’anno una task-force sugli investimenti pubblici, che avrà il compito di monitorare lo stato di avanzamento concreto di singoli progetti e di assistere le amministrazioni nel rimuovere gli ostacoli economici e burocratici che insidiano la realizzazione efficace e in tempi certi». Intanto dal prossimo anno verranno stanziati i «15 miliardi addizionali», destinati ad ulteriori investimenti. «Il vero problema, a parte questa fase congiunturale – continua Tria – è anche che la crescita dell’Italia in media è stata “costantemente” inferiore dell’1% rispetto all’Europa negli ultimi dieci anni».

(credit immagine ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

 

 

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