I giovani europei? Credono sempre meno nel futuro e nella democrazia

La maggior parte di loro è convinta che avrà un futuro, inteso come reddito e qualità della vita, nettamente inferiore ai propri genitori. La fotografia dei giovani europei, a pochi giorni da una tornata elettorale che si annuncia come “epocale”, viene da un report realizzato dall’ONG tedesca Tui-Siftung e non ci autorizza certo a dormire sonni tranquilli. L’associazione ha intervistato migliaia di ragazzi con un’età compresa tra i 16 e i 26 anni in undici diverse nazioni europee, un quadro che ci fornisce un quadro abbastanza dettagliato dello “stato dell’arte” dei giovani europei.  Scopriamo così che gli unici ad avere la sensazione che la loro vita sia migliore di quella dei genitori che li hanno preceduti sono i polacchi e forse non è un caso. La Polonia è l’unico paese europeo dove il Pil non ha mai smesso di crescere costantemente in questi anni.

Numeri importanti, dai quali si apprende che i più pessimisti d’Europa sono i giovani francesi: il 38% di loro ha un’idea negativa del futuro e il 55% è convinto che la sua vita sarà non al livello di quella dei propri genitori. Una percentuale che incuriosisce, ma certo non stupisce, in un Paese sconvolto da mesi dalle rivolte dei gilet gialli. Ma il pessimismo è cresciuto anche in Italia. Nel nostro Paese nel 2018 il 29% degli intervistati si dichiarava pessimista verso il proprio futuro, contro il 23% dell’anno precedente. Analogamente, in Spagna, la sfiducia nel futuro interessava il 25% dei giovani nel 2018: nel 2017 erano appena il 17%.

Agenda europea: perché hanno comunque vinto i sovranisti

E se gli sbarchi sono calati in tutta Europa, così come i richiedenti asilo, è ancora l’immigrazione a essere il problema fondamentale da risolvere per la maggior parte degli intervistati. Un’ulteriore conferma che la propaganda martellante delle destre e dei sovranisti ha comunque bucato l’opinione pubblica, anche nel caso delle giovani generazioni.

Al secondo posto i giovani considerano prioritaria invece l’emergenza ambientale: segno che l’impegno di Greta Thunberg e le centinaia di scioperi che si sono alternati in tutta Europa non sono passati invano. Seguono due temi sentiti (a ragione), prioritari dai giovani, come economia e lotta alla disoccupazione. La disoccupazione giovanile, in particolare, è ancora molto alta in molti stati (Italia compresa). Dall’indagine emerge comunque che i giovani europei credono nell’integrazione, ma considerano queste elezioni come “di secondo ordine” rispetto a quelle nazionali.

Il paradosso dell’euroscettiscismo e della sfiducia per la democrazia

E il dato sicuramente più inquietante, e significativo, è la sfiducia nei confronti della democrazia che torna a crescere tra i giovani europei. Solo il 38% dei francesi e solo il 46% dei giovani italiani e polacchi crede che la democrazia sua la migliore forma di governo esistente, mentre per il 33% dei francesi e degli italiani, è una forma di governo intercambiabile con molte altre.

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Ma il dato sicuramente più rilevante è quello della Grecia: circa il 56% dei giovani greci, dopo anni di sacrifici e di austerità, si dichiara insoddisfatto nei conftronti delle democrazia. Un dato che è ancora più rilevante se si pensa che sono proprio Spagna e Italia, ovvero i paesi dove la crisi ha colpito maggiormente, quelli dove i giovani hanno meno fiducia in assoluto della democrazia. Un’ulteriore che, l’erosione di diritti sociali e meccanismi inclusione e ascensione sociale, siano la benzina più efficace a favore dei populisti e delle destre estreme.

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