Una giornalista americana è morta per l’influenza suina, che sta arrivando in Italia

La giovane giornalista televisiva americana Bre Payton è deceduta a 26 anni a San Diego, California, dopo aver contratto il virus dell’influenza A H1N1, comunemente conosciuta come influenza suina. La ragazza collaborava con il magazine online The Federalist, di stampo conservatore, e con il canale Fox News Channel, e viveva a Washington. Il suo ultimo tweet è di giovedì, in cui invitava i suoi followers a seguirla in televisione il giorno successivo. L’indomani invece è stata trovata priva di conoscenza da un’amica. Stando a quanto dichiarato dai medici, ad essere letale per Payton è stata proprio l’influenza, probabilmente degenerata in una forma di meningite.

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Il magazine on line per cui lavorava ha pubblicato un epitaffio dedicato alla giovane giornalista, raccontando che Ore Payton copriva «argomenti che vanno da Kanye West alle sentenze della Corte Suprema, fino al 2016 e alle ultime notizie». L’editore del The Federalist Ben Domenech ha twittato «Bre se ne è andata. Siamo devastati  L’ultima volta che l’abbiamo vista, era divertente, intelligente, vivace. Ora l’abbiamo persa così all’improvviso». La ragazza si era laureata in in giornalismo politico alla Patrick Henry University, e aveva anche lavorato anche come reporter per Watchdog.org. Molti colleghi hanno espresso il loro cordoglio sui social network, ricordando Bre come una brava giornalista, piena di vita e di voglia di fare.

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Il virus dell’influenza suina era presente anche nell’ondata influenzale della stagione 2017-2018 caratterizzata però da una prevalenza del virus B. Il virus A H1N1, responsabile dell’influenza suina, è uno di quelli inclusi nella campagna vaccinale iniziata ad ottobre di quest’anno, che comprende vaccini trivalente, trivalente adiuvato e quadrivalente. Il virus A H1N1 in particolare è nel trivalente.

«Al momento il vaccino trivalente è disponibile anche adiuvato, che è particolarmente consigliato per i grandi anziani o per chi ha particolari problematiche, perché aiuta la risposta del sistema immunitario, di norma meno efficiente in queste persone» aveva dichiarato Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi, durante un incontro di settembre dell’Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica. Il virologo aveva aggiunto che «Se è vero che non abbiamo ancora un vaccino efficace al 100%, bisogna ricordare che anche in base alle più rigide revisioni degli studi, la vaccinazione antinfluenzale riduce del 50% le complicanze respiratorie e cardiovascolari, le ospedalizzazioni e la mortalità» sottolineando come vaccinarsi sia anche un’opportunità per ridurre non solo l’assenteismo scuola/lavoro, ma sopratutto comporta la riduzione «del rischio di contagiare soggetti fragili della propria famiglia».

(Credits immagine: Twitter @Bre_payton)

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