La vera storia di Giorgia Meloni e il voto al Mes
10/04/2020 di Enzo Boldi
Le narrazioni sbagliate sono democratiche e bipartisan. Nell’ampia discussione scoppiata oggi a proposito del Mes, è stato sostenuto – in particolare modo dal Movimento 5 Stelle, con l’accusa ripresa anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte – un qualcosa di non completamente corretto sul conto di Giorgia Meloni. È stato detto, infatti, che l’attuale leader di FdI, ha votato in favore del Mes nel 2012. Ma non è così.
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Partiamo dalla base. Il Mes venne approvato dal Parlamento italiano nell’estate del 2012. Il governo in carica, all’epoca, era guidato da Mario Monti e sostenuto dal Centrodestra (Lega esclusa) – che all’epoca rispondeva al nome di Popolo delle Libertà – e anche dai partiti di Centrosinistra. La prima cosa da smentire, dunque, è il fatto che Giorgia Meloni fosse ministro in quell’Esecutivo: faceva solo parte della maggioranza che sosteneva quel governo e che votò (la maggioranza) il trattato di istituzione del Mes. La sua carica ministeriale (alla Gioventù), infatti, si interruppe con la caduta del precedente governo guidato da Silvio Berlusconi. Il governo Berlusconi IV, nell’agosto del 2011 (quello in cui Giorgia Meloni era appunto ministro) aveva approvato un disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modificava l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità. Insomma, il primo passaggio della modifica del Mes che, tuttavia, fu ratificato dal parlamento soltanto un anno dopo e con le successive modifiche rispetto al documento iniziale.
Giorgia Meloni e la storia del voto al Mes
La futura – di lì a breve – leader di Fratelli d’Italia (partito fondato insieme a Guido Crosetto e Ignazio La Russa) aveva già sollevato alcune criticità nei confronti dell’atteggiamento del Popolo delle Libertà – che, tra le altre cose ha anche votato in favore della Legge Fornero -, ma nel giorno del voto a Montecitorio sul Mes lei non era presente in Aula. Giorgia Meloni dice che non si espresse sul tema come forma di dissenso.
Nel 2012 io non votai il MES, in dissenso col mio partito. Me ne andai e fondai @FratellidItalia. Quanti grillini avranno stesso coraggio se porteremo questione in Aula? Manterranno parola data agli italiani o la rimangeranno (come per l’alleanza col Pd) per tenersi la poltrona? pic.twitter.com/wsTjcnsfcx
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) April 10, 2020
I dati sulle presenze di Open Polis
Parla di dissenso, ma dai registri delle presenze di OpenPolis l’attuale leader di FdI non risultava essere presente in Aula in quel 19 luglio del 2012. Forse per protesta, o forse per una mera e banale assenza. Sta di fatto che lei non votò mai favorevolmente nei confronti del Meccanismo Europeo di Stabilità. Questo è vero. Ricollegare, però, come fatto dalla stessa leader di Fratelli d’Italia questa forma di dissenso all’addio al Popolo delle Libertà non è cronologicamente corretto.
Il suo partito, infatti, venne fondato molti mesi dopo: era il 20 dicembre di quello stesso anno quando annunciò il suo addio al partito di Berlusconi per fondare il proprio insieme a Crosetto e La Russa. Ben cinque mesi dopo: una decisione arrivata dopo che l’ex Cavaliere decise di non voler fare le primarie (dove invece, nel mese di novembre, si candidò proprio Giorgia Meloni.
(foto di copertina: da profilo Twitter di Giorgia Meloni)