Giorgia Meloni cambia idea sulla libertà religiosa. In tre giorni

Spesso ci si trova a dire che la rete non dimentica e parte la corsa ai vecchi post su Facebook, Twitter o Instagram in cui un determinato personaggio (perlopiù politico) ha scritto un pensiero su cui poi ha fatto la classica retromarcia. Ma il caso di Giorgia Meloni facilita ancor di più questa ricerca. La leader di Fratelli d’Italia, infatti, dopo il tragico attentato di matrice islamica (rivendicato anche dall’Isis) nello Sri Lanka aveva twittato parole di rabbia, richiamando la sua battaglia per la libertà religiosa. Tre giorni dopo, venerdì 26 aprile, ha invece postato un video di lei – insieme ad altri rappresentanti di Fratelli d’Italia – a Marsciano, in provincia di Perugia, dove si trovava per dire no alla nascita di una Moschea.

Ovviamente non si tratta di un cambio repentino di idee, ma di un gioco dialettico-politico che viene portato avanti da tempo. Un giorno, quando a essere colpite sono le comunità Cristiane, come tragicamente accaduto nello Sri Lanka martedì 23 aprile, si corre a lottare in favore della «libertà religiosa»; l’altro, quando si vuole far nascere una nuova Moschea, ci si presenta sul luogo a caccia di voti per manifestare contro l’apertura di un nuovo centro religioso islamico.

 

Giorgia Meloni è ‘confusa’ sulla libertà religiosa

«La statua di Gesù macchiata dal sangue dei martiri Cristiani uccisi dagli islamisti in Sri Lanka è simbolo della feroce persecuzione anticristiana nel mondo che la comunità internazionale insiste ad ignorare. Continuamo a batterci per difendere la libertà religiosa», aveva scritto Giorgia Meloni a poche ore dall’attentato che ha portato alla morte di centinaia di fedeli riuniti per le celebrazioni della messa. Tutto legittimo, dato che le barbarie di alcuni pericolosi gruppi terroristici che si nascondono dietro l’etichetta islamica per portare avanti i propri crimini, non possono che provocare sdegno e reazioni di questo tipo. E per fare questo si fa il richiamo alla sacrosanta «libertà religiosa» che, per definizione, dovrebbe valere per tutti. Ma non è così per la leader di Fratelli d’Italia.

 

Le prediche in italiano. E il latino di Papa Francesco?

Ed ecco che Giorgia Meloni ha deciso di presentarsi a Marsciano, in provincia di Perugia, insieme ad alcuni suoi fedelissimi, a manifestare proprio contro la «libertà religiosa». Il tutto accompagnato da un video: «No alla nascita di una nuova Moschea – dice la leader di Fratelli d’Italia -. No, fino a quando non verranno approvate le norme che Fratelli d’Italia chiede a tutela della sicurezza dei cittadini». Parla di un albo degli Imam, di fondi che arrivano per finanziare i centri culturali islamici, di conoscenza preventiva di chi predica nelle Moschee, di prediche fatte in italiano «perché qui siamo in Italia». Come se, durante le Crociate, dovesse esistere un albo dei Papi; oppure, come se Papa Francesco non potesse più recitare la messa in latino. La libertà di religione è per tutti ed è uguale. Non è uno spot elettorale.

(foto di copertina:  ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO + Tweet di Giorgia Meloni)

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