Giorgia Meloni ammette che dire che era stato firmato è «l’unica cosa inesatta che abbiamo detto sul Mes»

16/04/2020 di Redazione

Ospite da Porta a Porta di Bruno Vespa, Giorgia Meloni si è trovata nelle condizioni di dover ammettere anche una sua colpa nel dibattito relativo al Mes. Quando infatti il conduttore di Raiuno le ha fatto una domanda sulla presunta firma del meccanismo europeo di stabilità da parte del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, Giorgia Meloni ha subito messo le mani avanti: «Altroché, diciamo che la firma del Mes, effettivamente, è l’unica cosa inesatta che abbiamo detto sul tema».

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Giorgia Meloni ammette l’errore sul Mes firmato da Gualtieri

Ovviamente, Giorgia Meloni non è stata l’unica ad aver fatto una campagna molto dura, nei giorni precedenti alla Pasqua, sul Mes che è stato discusso all’interno dell’Eurogruppo. Sostanzialmente, non venivano presi in considerazione i progressi che erano stati fatti nei giorni scorsi, con l’istituzione di un Mes senza condizionalità per quanto riguarda le spese sanitarie di ciascun Paese pari al 2% del Pil. E, inoltre, era stata messa molta enfasi sul fatto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, insieme al ministro dell’Economia Gualtieri, avessero firmato questo documento all’oscuro del parlamento.

Affermazioni che hanno portato Giuseppe Conte a effettuare quella manovra, diventata poi famosa, di attacco alle opposizioni nel corso della conferenza stampa con cui ha introdotto il nuovo dpcm che prolunga il lockdown fino al prossimo 3 maggio. In quella circostanza, lo si ricorderà, Giuseppe Conte ha affermato che il governo «non lavora con il favore delle tenebre» (e il riferimento era proprio a presunte firme su documenti di cui lasciare all’oscuro le altre forze politiche) e ha fatto «nomi e cognomi» delle persone che hanno diffuso notizie non corrette sul Mes.

Insomma, con questa breve frase pronunciata a Porta a Porta, Giorgia Meloni sembra dare ragione a quel Giuseppe Conte che, in virtù di queste parole, era stato duramente attaccato per il presunto uso personalistico dei mezzi di comunicazione. L’ammissione, però, è soltanto parziale. Nel corso della trasmissione, la Meloni ha continuato nella sua battaglia: «Continuo a ritenere – ha detto – che, al di là della linea di finanziamento a condizioni leggere, il fatto di avere il fondo salva Stati tra le possibilità per affrontare l’emergenza coronavirus, in assenza di strumenti vantaggiosi, è comunque un modo di stringere il cappio attorno al nostro collo. Il documento sul quale Gualtieri ha dato l’ok e che Conte si trova davanti al Consiglio europeo non è vantaggioso per l’Italia. Conte non dovrebbe firmare nulla che non preveda gli eurobond e un ruolo completamente diverso per la Bce».

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