La storia dei Giochi militari a Wuhan e il Coronavirus già a metà ottobre

07/05/2020 di Enzo Boldi

Tra i vari tasselli che si stanno cercando di unire per formare il mosaico sull’origine dei contagi da Coronavirus si inserisce il caso dei Giochi militari a Wuhan. Tra il 18 e il 27 ottobre del 2019, infatti, la città cinese ha ospitato la manifestazione sportiva dedicata agli atleti iscritti presso le forze armate di tutti i Paesi. Alcuni di loro, non pochi, hanno raccontato di aver avuto febbre alta e problemi respiratori dopo esser tornati nel loro Paese di provenienza.

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La Gazzetta dello Sport ha raccolto la testimonianza di Matteo Tagliarol, schermidore iridato alle Olimpiadi Pechino 2008 nella Spada e convocato per la prova a squadre – insieme a Paolo Pizzo e Lorenzo Buzzi – dei Giochi militari a Wuhan: «Quando siamo arrivati a Wuhan ci siamo quasi tutti ammalati. Ma il peggio è stato il ritorno a casa. Dopo una settimana mi è venuta la febbre altissima, sentivo che non respiravo. Il malanno non passava nemmeno con gli antibiotici, sono guarito dopo tre settimane e sono rimasto a lungo debilitato. Poi si sono ammalati mio figlio e la mia compagna. Quando si è cominciato a parlare del virus mi sono detto: l’ho preso anche io».

Giochi militari a Wuhan

Il racconto di Matteo Tagliarol coincide con quello di altri atleti stranieri che, durante e dopo i Giochi militari a Wuhan, hanno accusato quegli stessi sintomi che – dopo qualche mese – sono stati ricondotti all’infezione da Sars-CoV-2. Lo schermidore italiano, ha raccontato che anche il suo compagno di Nazionale, Valerio Aspromonte, è stato «a letto quasi tutto il tempo», durante quei dieci giorni (dal 18 al 27 ottobre del 2019) in cui si sono disputate le varie gare in programma.

(foto di copertina: da Logo Wuhan 2019)

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