Gigio, non sei il pacco di Raiola

Quando hai 19 anni dovresti memorizzarlo sempre. E rammentare che intanto hai 19 anni e, subito dopo, che sei il portiere di uno dei club più importanti al mondo. Il Milan. Nel caso di Gigio Donnarumma tutto questo è stato dimenticato, in modo particolare da chi – Mino Raiola – avrebbe dovuto proteggerlo piuttosto che spedirlo ogni giorno in prima pagina. Ma se la delicatezza è quella di un elefante nella sala della cristalleria tutto va in rovina e gli errori li paghi. Visto che parla e sparla, Raiola avrebbe dovuto accendere il microfono dopo la terribile notte di Roma. Quando, all’interno di una finale di Coppa Italia, Donnarumma commette gli errori più assurdi per un portiere. Il pallone gli scivola come una saponetta, la Juve banchetta con la complicità di un signore che guadagna sei milioni a stagione. Ma che prima è, resta un ragazzo di 19 anni.

Donnarumma

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L’abbraccio consolatorio di Gigi Buffon a fine partita acuisce i rimpianti. Il bel gesto lascia spazio alla consapevolezza di una gestione senza capo e coda della vicenda. Riepilogando: la scorsa estate Raiola va al braccio di ferro con il Milan, semplicemente perché vorrebbe portar via Gigio più o meno a parametro zero, con il Paris Saint-Germain pronto a scucire un bel po’ di soldini prima della scadenza contrattuale. Poi Donnarumma rinnova, il Milan lo blinda, l’ingaggio è quello che alla sua età Buffon neanche sognava perché sarebbe cascato dal letto, dovrebbe essere l’anticamera di un periodo sereno.

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Invece no, zero tregua e soltanto polemiche su polemiche. Con Raiola che non perde occasione per attaccare il Milan preparandosi a una nuova operazione di mercato. Perché a Raiola interessa questo, con il suo italiano dai congiuntivi storpiati o vietati, interessa che un suo assistito perfezioni almeno tre o quattro trasferimenti in carriera. Più ne fa, più il suo conto in banca lievita. E fino a quando troverà giornalisti che gli stenderanno il tappeto pur di avere un’intervista esclusiva, senza una domanda scomoda, andremo avanti così. Questa è una situazione già triste in partenza che diventa terribilmente patetica.

Gianluigi Donnarumma
Foto ANSA / MATTEO BAZZI

La serenità di un portiere, anzi di un ragazzo di 19 anni, è la prima cosa. Fossimo in Donnarumma, preferiremmo non essere trattati come un gioiello da esporre in vetrina. Morale: se guadagnassi quattro milioni piuttosto che sei a stagione, gli altri due li avrei sacrificati idealmente al culto e al rispetto della mia persona. Non a caso le schermaglie tra Raiola e il Milan sono nate nuovamente verso fine primavera, quando don Mino ha annusato l’odore di un altro trasferimento. E se vai in campo con questo tarlo, con queste pressioni, non sei più tu. Anzi: non sei stato più tu per l’intera stagione. Di Donnarumma si ricorda poco, forse quell’intervento strepitoso su Milik al tramonto di Milan-Napoli, qualche altra prodezza e troppi errori. Contro la Juve si era esibito brillantemente su Dybala, ma non esiste peggior portiere al mondo di chi, dopo due o tre parate da fenomeno, colleziona un paio di strafalcioni tali da cancellare tutto il resto.

Gigio il portiere vada avanti – se ritiene – con Raiola per tutta la sua vita professionale. Gigio il ragazzo di 19 anni decida, però, di volersi più bene. E di non farsi utilizzare come un pacco postale.

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