Roma, il parco dedicato al figlio viene lasciato al degrado: i genitori coprono la targa

15/07/2020 di Enzo Boldi

Beppe Grillo aveva citato la «Gente de fogna» per etichettare i romani che protestano contro l’operato di Virginia Raggi. Forse, però, il fondatore del Movimento 5 Stelle non frequenta la capitale da molto tempo (o, probabilmente, è distratto quando passa per la città). Un esempio simbolico è quanto accaduto nelle scorse ore a Roma, nel quartiere Laurentino. In quella zona è stato dedicato un piccolo parco a un giovane ragazzo che, nel 2002, perse la vita in un incidente stradale. Un fatto di cronaca che sconvolse gli abitanti di quel quadrante capitolino. Ora, però, il tutto è sommerso da sterpaglie e degrado. E i genitori del piccolo hanno deciso di coprire la targa in memoria di loro figlio. Questa è la triste storia del Giardino Riccardo Cino e della fatiscenza in cui versano alcune zone di Roma.

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A riportare la storia è stato Leggo.it che ha raccontato – con tanto di testimonianza fotografica, la situazione attuale all’interno del Giardino Riccardo Cino. Erbacce altissime e secche, bottiglie di vetro sparse ovunque. Scatti che fanno da contraltare a quello scivolo che dovrebbe invitare i bambini a giocare. Ma lì, per via del degrado, non si può più giocare. E per questo i genitori del 15enne morto nel 2002 in un incidente stradale hanno voluto protestare, con un gesto tanto simbolico quanto potente.

Giardino Riccardo Cino, il simbolo della fatiscenza a Roma

La targa dedicata al giovane è stata parzialmente coperta. «Finché resta in quelle condizioni, il nome di mio figlio lì non ce lo lascio», ha detto la mamma Rosaria a Leggo. E la manutenzione dell’area spetta al Comune di Roma e al dipartimento per la tutela dell’Ambiente. E si trova all’ingresso degli uffici del Municipio di quella zona, i famosi ‘Ponti’ di via Ignazio Silone. Ma, nonostante la prossimità con gli uffici costola del Campidoglio, la situazione è vergognosamente fatiscente.

La pulizia che non viene fatta dal 2018

L’ultimo intervento di pulizia risale addirittura al 2018. Poi più nulla. Charlie, il padre della giovane vittima a cui è stato dedicato il parco nel quartiere Laurentino, ha provato a ripulire quel giardino, chiedendo l’aiuto di alcuni volontari. Ma è arrivato l’altolà per motivi di sicurezza. E ora quel parco non ha più un nome, se non nelle carte topografiche del Comune. Una protesta simbolica contro un degrado evidente, anche se c’è chi non se ne accorge.

(foto di copertina: da Google Maps)

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