La vera storia del patchwork di sponsor sulla giacca di Salvini in Polonia (e la nota di Audi)
In tanti hanno ironizzato sui brand presenti sul giaccone indossato dal leader della Lega durante la sua visita corredata da quella figuraccia internazionale con il sindaco di Przemysl. Ma c'è una spiegazione
09/03/2022 di Enzo Boldi
Quel filmato da Przemysl è diventato, inevitabilmente, virale. Non solamente in Italia, ma in tutto il mondo. E oltre a quella che viene etichettata a tutti gli effetti come una figuraccia ha portato con sé anche un’altra polemica quasi “stilistica” sulla giacca indossata da Matteo Salvini per l’occasione. Nella parte anteriore, infatti, apparivano decine di brand di noti marchi internazionali. Ma c’è una spiegazione che, tra le altre cose, arriva anche in vesti ufficiali da parte di una delle aziende presenti in quel patchwork.
LEGGI ANCHE > No, quella del sindaco di Przemysl non è una «polemica della sinistra polacca» come dice Salvini
Nella giornata di martedì, mentre sui social diventava quasi invasiva la condivisione di quel filmato e di quelle immagini, sono diventati trending topic alcuni nomi di aziende presenti – sotto forma di logo – sulla giacca Salvini. In molti, nella deriva che spesso accompagna questi fenomeni, invitavano a boicottare quei brand perché, secondo loro, si sarebbero prestati a questa iniziativa. Insomma, secondo tanti (sbagliando) queste aziende avrebbero sostenuto e “finanziato” il viaggio del leader della Lega in Polonia.
Giacca Salvini, la vera storia degli sponsor
Ma, ovviamente, non è così. Come annunciato nei giorni scorsi, infatti, Matteo Salvini è andato in Polonia con un’associazione di volontariato: la “Ripartiamo Onlus” (qui l’articolo di Ansa in merito). Recandosi sul posto – in questo caso nella città di Przemysl, al confine dell’Ucraina – il segretario del Carroccio ha indossato proprio la giacca data in dotazione a molti (non tutti) i volontari. E lì, sulla parte anteriore, sono presenti tutti quei marchi che sostengono le iniziative benefiche di questa associazione. Ed ecco che, dunque, è svelato l’arcano. Quella lista infinita di “sponsor” non hanno sponsorizzato il viaggio di Salvini, ma la Onlus con cui si è recato in Polonia. Quella fondata da Francesca Immacolata Chaouqui (condannata a 10 mesi, nel 2016, nell’inchiesta Vatileaks 2, con pena sospesa).
La risposta di Audi
Il caso della giacca Salvini, dunque, sembra poter essere etichettato come l’ultimo dei problemi attorno a quel che è successo al leader della Lega martedì in Polonia. Ma questa vicenda ha “costretto” uno degli sponsor – AUDI Italia – a prendere posizione attraverso un comunicato via Twitter: «In merito a quanto erroneamente evidenziato a mezzo social circa l’associazione del marchio Audi alle esternazioni, passate, presenti o future di una rappresentanza politica italiana, Audi Italia rimarca con fermezza la piena adesione alle regole di compliance di Volkswagen Group Italia (di cui fa parte, ndr) che impediscono qualsiasi forma di promozione o sponsorizzazione di personalità politiche. Audi Italia unitamente a Volkswagen Group Italia conferma inoltre la propria assoluta opposizione alla guerra in ogni sua forma».
(Foto IPP/Kamil Krukiewicz/REPORTER)