L’ex cancelliere tedesco Schröder: «La Germania renda gli aiuti ricevuti dopo la guerra che noi stessi abbiamo provocato»

08/04/2020 di Enzo Boldi

Un pensiero che rimbalza nella mente di molti cittadini italiani (e non solo) è stato ripreso dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder. Nella sua intervista a Il Corriere della Sera, l’ex primo ministro tedesco ha sottolineato come la Germania, in questo momento di emergenza sanitaria (ed economica) non deve sotterrare la testa sotto la sabbia rifiutando di applicare strumenti di soccorso a livello europeo. Il governo tedesco, infatti, dovrebbe ricordarsi degli aiuti ricevuti dopo la fine del secondo conflitto Mondiale.

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«Se c’è un Paese che deve capire che dopo una crisi esistenziale è indispensabile avere un sostegno paneuropeo per la ricostruzione, questo è la Germania – ha detto Gerhard Schröder nella sua intervista a Il Corriere della Sera -. Siamo stati aiutati molto dopo la Seconda guerra mondiale, nonostante fossimo stati proprio noi a causarla». Poche parole, chiare e sintetiche che restituiscono l’immagine che molti cittadini europei hanno dei tedeschi in questa determinata fase storica.

Gerhard Schröder e il messaggio alla Germania

La cooperazione e la solidarietà. Sono questi i due princìpi richiamati da Gerhard Schröder. Quelli che, alla fine della seconda guerra Mondiale, hanno aiutato la Germania a non cadere nel profondo di una recessione economica disastrosa, consentendogli – anni dopo – di diventare il primo Paese europeo in termini di produzione industriale e non solo. Insomma, un richiamo alla memoria della storia del Secolo passato.

Gli strumenti per un debito europeo

«Sono convinto che come prossimo passo abbiamo bisogno anche di uno strumento di debito comune europeo», ha proseguito Gerhard Schröder. Strumenti che potrebbero essere gli eurobond (una tantum) e che consentirebbero di dare maggior respiro a Paesi maggiormente in difficoltà. Come quando la Germania ricevette aiuti dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, consentendogli di non sprofondare.

(foto di copertina: da free commons di Wikipedia)

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