Gene Gnocchi risponde sul maiale e Claretta Petacci: «Era una battuta su Giorgia Meloni»

18/01/2018 di Redazione

Gene Gnocchi ha risposto su Radio Capital, alla trasmissione Circo Massimo condotta da Massimo Giannini e Jean-Paul Bellotto, alla polemica generata dalla sua battuta sul maiale di Giorgia Meloni che si chiama Claretta Petacci detta durante il suo monologo a DiMartedì di martedì scorso.

Gene Gnocchi risponde sul maiale e Claretta Petacci : «Era una battuta su Giorgia Meloni»

Il comico ha ribadito come l’ironia si limitasse semplicemente a prendere in giro l’abitudine della leader di Fratelli d’Italia di condividere la foto di un maiale che si aggirava tra i rifiuti di Roma. Gene Gnocchi ha scelto il nome di Claretta Petacci per ironizzare su Meloni, in quanto nome nostalgico appropriato per un ipotetico animale domestico, e non certo per irridere o denigrare la memoria dell’amante di Benito Mussolini. Il comico ha definito l’intera vicenda un malinteso pazzesco, su cui non sente affatto l’esigenza di scusarsi. «Mi dispiace se qualcuno si è sentito toccato, ma non mi sento in colpa e rivendico il diritto di fare satira».

 

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La satira di Gene Gnocchi ha suscitato un’inquietante ondata di indignazione negli ambienti dell’estrema destra, e il comico ha rivelato come Forza Nuova abbia affisso dei manifesti intorno a casa sua minacciandolo e definendolo un vile. «Stamattina ho trovato manifesti intimidatori di Forza Nuova sotto casa mia”, racconta Gene Gnocchi, “hanno minacciato di manganellarmi. Il loro sito dice che non ho la scorta e posso essere manganellato». Nel corso dell’intervista il comico ha rimarcato di aver apprezzato il mancato attacco di Giorgia Meloni, il vero oggetto della sua satira. Mentre Gnocchi parlava in radio però la leader di Fratelli d’Italia ha scritto un duro post contro di lui su Facebook, cavalcando una polemica sostanzialmente assurda.  «Claretta Petacci è stata violentata e trucidata a soli 33 anni, senza avere alcuna colpa se non quella di amare un uomo. È una pagina triste della storia italiana.  È vergognoso che qualcuno, pur di insultare me, arrivi ad accostare il suo nome a un maiale e ci rida su, magari sono gli stessi che si riempiono la bocca di contrasto dei femminicidi e della violenza politica».

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