Gatto preso a calci nel napoletano, denunciati due minorenni

L'Oipa ha diffuso un comunicato

16/10/2020 di Federico Pallone

Il video di un gatto preso a calci, nel napoletano, postato sui social agli inizi di settembre, era diventato virale nei giorni scorsi: i carabinieri di Casoria, in provincia di Napoli, hanno denunciato un 15enne ed un 17enne per maltrattamenti di animali. Secondo quanto accertato dai militari, a prendere a calci il gatto sarebbe stato un 15enne di Casalnuovo (Napoli) mentre l’altro ragazzo di 17 anni avrebbe poi postato il video su Tiktok. Gli agenti hanno sequestrato lo smartphone utilizzato per postare il video.

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Il comunicato dell’Oipa

In seguito all’episodio di un gatto preso a calci nel napoletano, l’Oipa ha diramato un comunicato: L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) sta predisponendo una denuncia querela affinché i responsabili dell’atto efferato nei confronti di un gattino, sbattuto violentemente contro un muro con un calcio, siano puniti come per maltrattamento di animali. Il fatto, avvenuto a Casoria (Napoli), sta suscitando l’indignazione generale poiché l’episodio è stato registrato in un video che sta facendo il giro del web e dei social media.

Del gattino non si hanno notizie e per questo motivo l’Oipa lancia un appello: chiunque lo abbia soccorso, o ne abbia raccolto il cadavere nella peggiore delle ipotesi, si rivolga alla delegata dell’Oipa di Napoli, Enza Buono, all’email napoli@oipa.org, o telefonando al 3396506432.

L’Oipa ricorda che l’uccisione di animali è un reato punito dall’art. 544 bis del Codice penale, che recita: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”.

«Si tratta di pene troppo lievi, lo ripetiamo da tempo», commenta il presidente nazionale Oipa, Massimo Comparotto. «Occorre una tutela più incisiva per gli animali, che ancora non ricevono una copertura legislativa diretta non essendo loro riconosciuta soggettività giuridica. Auspichiamo un inasprimento per le pene riguardanti il maltrattamento e l’uccisione di animali, anzitutto per l’esigenza di una loro piena tutela, ma anche perché studi scientifici attestano la correlazione tra la crudeltà sugli animali e la più generale pericolosità sociale di chi la commette».

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