Il contributo di Stream4Aism alla storia di internet in Italia | RAM – La Rete a Memoria

L'intervista a Francesco Armellino, uno dei responsabili del progetto: raccolti oltre 30mila euro con live su Twitch

31/08/2022 di Gianmichele Laino

C’è un modo alternativo e digitale per fare fundraising. E una delle più impegnate associazioni italiane che opera nel campo della ricerca, AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) lo ha individuato per prima nel nostro Paese, contribuendo – e non poco – a far fare un altro piccolo passo in avanti all’Italia nel campo della transizione digitale. Stiamo parlando del gaming fundraising, attraverso le dirette su Twitch. In altri Paesi del mondo – basti pensare a quelli anglosassoni, ma anche alla Francia e alla Spagna -, si tratta di una realtà consolidata. Da questa parte delle Alpi, invece, ci stiamo ancora interrogando sulle reali potenzialità di Twitch. Attraverso Stream4AISM, però, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla ha deciso di puntare su questa piattaforma, individuando quelle caratteristiche fondamentali che possono giovare alla causa: raccogliere fondi, per rafforzare la ricerca.

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Gaming fundraising, l’esempio di Stream4AISM su Twitch

Francesco Armellino, insieme a Salvatore Mulè, è il responsabile del progetto. Ci ha spiegato com’è nata l’idea e quali sono stati i momenti più caratteristici di queste ore di live, messe in piedi per sensibilizzare una intera community sul tema della ricerca per combattere la sclerosi multipla.

«Stream4AISM – spiega Francesco Armellino – è un progetto che nasce perché io sono un ex videogiocatore e Salvatore Mulè è anche lui un gamer. Ci piace questo mondo e abbiamo visto dei progetti di altre onlus all’estero come St. Jude negli Stati Uniti e Mac Millan Foundation in Gran Bretagna che hanno avviato azioni di gaming fundraising molto ben radicate. Durante la pandemia abbiamo trovato gli strumenti corretti per poter attivare questo tipo di campagna e abbiamo cominciato a chiedere al nostro board di poter attivare questo tipo di test».

I risultati parlano da soli: con 80 streamer coinvolti, le dirette hanno messo insieme 426 spettatori medi per ora. Le donazioni sono state superiori alle 1500 per un totale raccolto superiore ai 30mila euro. Un risultato ben al di sopra delle attese. Eppure, in Italia, ci è voluto più tempo rispetto ad altre realtà per mettere in piedi un progetto che prevedesse il coinvolgimento di una piattaforma come Twitch per aiutare la raccolta fondi.

«Per colmare il gap su questa prassi con gli altri Paesi manca la consapevolezza – ha spiegato Armellino -: Twitch è un canale potente, che parla a un target che per noi era molto importante. Basti pensare che i target di riferimento di Twitch in Italia sono persone tra i 20 e i 40 anni, che è lo stesso range d’età all’interno del quale la sclerosi multipla insorge abitualmente. È un target tematicamente non vicino all’associazione, magari, ma interessato ad avere informazioni di questo tipo. Un altro gap importante con gli altri Paesi è la differenza di mercato: il mercato italiano dello streaming è molto più piccolo. Se si pensa che ci sono tantissimi top streamer anglofoni che hanno dai 6 milioni di followers su Twitch in su e che questa quota in Italia è difficilmente raggiungibile dal singolo, si capisce come possa essere complesso fare campagne del genere su Twitch. Questo non significa, ovviamente, che non è possibile realizzare delle campagne di buon livello, ma è comunque importante aver chiaro i punti di partenza prima di lanciarsi in un’impresa del genere».

L’iniziativa che ha preso vita, una prima volta in Italia

L’iniziativa partiva da un obiettivo divulgativo e aveva come scopo quello, molto concreto, di gettare le basi per permettere a una applicazione di prendere vita: «I primi due streamer che abbiamo coinvolto sono stati Andrea, un ragazzo molto vicino all’associazione che aveva risposto a una nostra survey su Facebook in maniera entusiasta e che ci ha fatto conoscere diversi suoi colleghi nel settore del gaming, e Sofia, una volontaria di AISM che – uscita da un evento dedicato ai giovani con sclerosi multipla che l’Associazione organizza annualmente – ha scritto agli Slimdogs una società di videomaking per chiedere loro di dedicare una sessione alla nostra associazione. Loro hanno accettato e quindi siamo partiti. Da lì abbiamo coinvolto oltre 80 streamer e siamo stati i primi in Italia a importare questo tipo di raccolta fondi digitale e lo abbiamo fatto con successo: abbiamo raccolto molto di più di quello che avevamo previsto. Il nostro obiettivo primario era quello di raccogliere qualche migliaio di euro per finanziare il progetto di realizzazione di una app per l’autovalutazione cognitiva delle persone con sclerosi multipla, ma in realtà abbiamo ottenuto 30mila euro che ci hanno permesso di coprire l’intero progetto e che ci hanno dato una visibilità incredibile perché abbiamo raggiunto oltre 644mila persone attraverso le dirette».

La campagna è diventata progressivamente un modo per sensibilizzare l’audience sul tema della sclerosi multipla, favorendo la discussione sul tema e facendo comprendere il lavoro delle associazioni che operano nella ricerca anche a una audience non completamente in target: «Durante queste dirette abbiamo voluto contribuire agli streamer che decidevano di donare le loro live ad AISM facendo partecipare la nostra ricercatrice Jessica Podda: da una parte volevamo avere un momento di divulgazione scientifica da parte di una persona autorevole, dall’altra parte volevamo metterci la faccia. Lei è diventata il volto di AISM su Twitch: da lì ha partecipato a decine di dirette e ha rilasciato decine di interviste per spiegare il progetto e per dare tutti gli elementi necessari a spiegare agli utenti quello che stavamo facendo. Non è un caso, ad esempio, che sono state proprio le interviste i momenti di maggiore engagement delle dirette e quegli istanti dove c’è stato un picco di donazioni».

Il lavoro di AISM può essere considerato, dunque, un vero e proprio contributo alla storia di internet nel nostro Paese: «In Italia, ci sono stati pochissimi test di questo tipo. Il nostro è stato il primo e quello che è andato meglio rispetto ai risultati attesi. Il tema è che nel nostro Paese manca un po’ la consapevolezza rispetto alle potenzialità di Twitch. Sicuramente, è stato un piccolo passo avanti per la digitalizzazione dell’Italia: abbiamo aggiunto un nuovo asset alla nostra raccolta fondi digitale, quello del gaming fundraising. Anche come AISM abbiamo intenzione di continuare a investire su questo ambito».

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