Il collaboratore di Toninelli condannato per bancarotta non si dimette perché non è del M5S
19/09/2018 di Redazione
La storia è stata tirata fuori, per primo, dal quotidiano La Verità. Ed è una storia che non può essere nascosta: Gaetano Francesco Intrieri, da due mesi collaboratore come esperto di Struttura di missione al ministero delle Infrastrutture guidato da Danilo Toninelli, è stato condannato nel 2017 per bancarotta fraudolenta, in merito al fallimento della compagnia aerea Gandalf. Secondo i giudici, avrebbe distratto dall’azienda 480mila euro per il pagamento di alcune spese personali. Una condanna da cui, però, Intrieri si difende, sostenendo – in un colloquio con il Corriere della Sera – di avere dei documenti che certificano il fatto di non aver utilizzato quei soldi.
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Gaetano Francesco Intrieri, la sua difesa
In ogni caso, nonostante la condanna, Gaetano Francesco Intrieri è un manager del ministero delle Infrastrutture del governo del cambiamento. In queste ore, secondo quanto rivelato al Corriere, starebbe pensando di dimettersi per tornare a una vita normale. Quella che conduceva fino a questo momento, grande esperto di aviazione, una cattedra all’università di Tor Vergata, un master alla Bocconi e degli studi al Massachusets Institute of Technology a Boston.
Tuttavia, le dimissioni non sono ancora arrivate perché – si difende sempre secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – sostenendo: «Non sono un attivista del Movimento 5 Stelle, sono solo un tecnico che sta lavorando per il Paese, al di là delle ideologie».
Gaetano Francesco Intrieri e la fiducia di Danilo Toninelli
La situazione, comunque, non potrebbe non creare un certo imbarazzo nel dicastero guidato da un esponente di quel Movimento che ha fatto dell’onestà e della trasparenza la sua battaglia cardine, quella su cui si fonda tutta la sua linea politica. E che è stato premiato nelle urne proprio per questo motivo.
In ogni caso, Intrieri sente di avere ancora la fiducia di Toninelli: «Credo di sì – dice al Corriere – altrimenti non sarei qui. Comunque, nessuno mi può rovinare, perché non ho scheletri nell’armadio».