La mamma dei due bambini africani che ha scritto a Salvini è stata bloccata da Facebook «per errore»

Gabriella Nobile, la mamma che nei giorni scorsi aveva scritto una lettera su Facebook a Matteo Salvini ringraziandolo polemicamente per la paura che suscita nei suoi due bambini africani adottati (7 e 12 anni), era stata bloccata da Facebook. Il suo profilo – come riportato dal quotidiano La Repubblica – è stato inattivo per tutta la giornata di ieri.

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GABRIELLA NOBILE E LA SUA LETTERA A SALVINI

Una prima volta, il suo post era stato cancellato perché conteneva la parola «negro» che l’algoritmo di Facebook ha riconosciuto come offensiva (ignorando, al solito, il contesto all’interno del quale si trovava). Poi, la lettera era stata ripubblicata, eliminando la parte incriminata. A quel punto, il profilo di Gabriella Nobile viene bloccato: la donna ha provato ad accedere per tutta la giornata di ieri, ma le è sempre comparsa una schermata con su scritto che i contenuti da lei proposti incitano all’odio.

GABRIELLA NOBILE, IL GROTTESCO MALINTESO DI FACEBOOK

Una beffa clamorosa. E dire che Matteo Salvini, nella giornata di ieri, aveva anche invitato la donna al parco insieme ai suoi figli per poter discutere dell’argomento. Che, a quanto pare, non è piaciuto a Facebook. Il blocco, in ogni caso, è terminato questa mattina.

Come riportato dalla stessa donna su Facebook, Gabriella Nobile ha ricevuto una mail in cui Facebook le chiedeva scusa perché «un membro del nostro team ha accidentalmente rimosso un contenuto pubblicato su Facebook». Il social network di Mark Zuckerberg, quindi, ha provveduto a rimediare a quello che – a quanto pare – dovrebbe essere stato semplicemente un errore.

«Quello che sta accadendo in questi giorni mi ha molto destabilizzata – ha scritto Gabriella Nobile su Facebook -, domenica ero in cucina a fare una torta con mia figlia e ieri parlavo con giornalisti di diverse testate. Grazie a tutti coloro che hanno davvero compreso le mie parole. Grazie di cuore ad ognuno di voi, avrei voluto rispondervi singolarmente… lo faccio qui con un grande abbraccio. Insieme a mio figlio mi avete dato la forza di continuare questa battaglia contro il razzismo e la xenofobia».

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