Gabriele Bianchi: «Io, Willy, non so proprio come sia fatto: l’ho visto in tv»

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Le dichiarazioni nei verbali dell'interrogatorio di garanzia

Le dichiarazioni di Gabriele Bianchi – indagato per omicidio, insieme al fratello, a Mario Pincarelli e a Francesco Belleggia – contenute nel verbale dell’interrogatorio di garanzia diffuso dal quotidiano La Repubblica mettono in evidenza quale sia, al momento, la sua tesi difensiva. Quella, cioè, di non essere stato coinvolto direttamente nel pestaggio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso nella rissa a Colleferro, davanti al locale Duedipicche, e – anzi – di non averlo mai visto in faccia, se non nei giorni successivi al tragico evento, in televisione.



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La ricostruzione di Gabriele Bianchi nell’interrogatorio di garanzia

«Willy? Io non saprei proprio come è fatto, se dovessi descriverlo – ha affermato davanti al giudice di garanzia Giuseppe Boccarrato -. L’ho visto solo in tv quando sono state dette tutte quelle cose brutte sul mio conto e su quello di mio fratello. Ma non l’ho sfiorato con un dito». La sua ricostruzione è del tutto confusa: non soltanto non c’è chiarezza sulle modalità con cui si sarebbe svolta la lite, ma anche sulle ore immediatamente precedenti all’intervento davanti al locale di Colleferro.



A quell’altezza cronologica, infatti, i due fratelli Bianchi vengono collocati dai testimoni nei pressi del cimitero della cittadina, insieme a tre ragazze «di cui non ricordavano i nomi», intenti ad avere un rapporto sessuale. Su quella circostanza, all’inizio dell’interrogatorio, c’è il tentativo di Gabriele Bianchi di omettere dettagli: «Io ci tengo veramente alla mia donna» – riferendosi alla compagna che aspetta un bambino.

La confusa descrizione della rissa da parte di Gabriele Bianchi

Gabriele Bianchi afferma di aver visto soltanto una spinta nei confronti di Willy, che così facendo sarebbe finito in ginocchio. Ma possibile che una singola spinta abbia portato il 21enne ad assumere quella posizione? La ricostruzione, dopo le domande del giudice, si fa ancora più confusa. L’unico atto di cui Gabriele Bianchi si ritiene responsabile è una spinta nei confronti di Emanuele Cenciarelli, l’amico di Willy in favore del quale il 21enne era intervenuto in difesa.