Gli errori di Milena Gabanelli sull’euro e Bce

01/06/2018 di Redazione

Milena Gabanelli ha scritto un articolo sul Corriere della Sera e realizzato un video per il suo progetto Dataroom su Corriere.it ricco di errori in merito all’euro e alla Bce. Il pezzo «Come uscire dal maxi debito» contiene diverse inesattezze.

Gabanelli

Milena Gabanelli sbaglia su spread, euro e Bce

La prima, probabilmente la più grave, è la seguente, contenuta nel paragrafo intitolato L’invenzione dello spread (già tutto un programma).  «La conseguenza è che quando la Bce, secondo le regole previste, presta dei soldi alle banche dei vari Paesi dell’eurozona, applica tassi di interesse diversi, a seconda del grado di rischio: diciannove Paesi e diciannove tassi diversi», è scritto nel pezzo. Questa descrizione è assolutamente falsa, come spiegato, tra gli altri, dall’economista Silvia Merler su Twitter. «Il tasso a cui la BCE presta è lo stesso per tutte le banche. Ciò che cambia è quanta liquidità una banca ottiene in cambio del collaterale presentato. Questo dipende dalla qualità del suddetto collaterale: collaterale più rischioso => meno liquidità (“haircut”). Una banca tedesca e una banca italiana che presentino lo stesso ammontare di collaterale della stessa qualità, otterranno la stessa liquidità al medesimo tasso», nota in modo sintetico e corretto Silvia Merler.

Quale è il vero problema dello spread

Milena Gabanelli ha espresso in modo sbagliato il problema generato dallo spread: quando le banche presentano come collaterale obbligazioni sovrane del proprio Paese, un aumento del differenziale con i Bund provoca una svalutazione di questi titoli posti in garanzia, e una conseguente riduzione della liquidità fornita dalla Bce. Il tasso di interesse non c’entra. Silvia Merler ha evidenziato come nel pezzo del Corriere della Sera di Milena Gabanelli ci fosse un grafico sbagliato generato dallo stesso errore, intitolato i  tassi di interesse dell’eurozona. In realtà nell’immagine sono elencati i rendimenti dei titoli di Stato prezzati dai mercati dei capitali.

 

Non è vero come scrive Gabanelli che lo spread sia colpa dell’euro

Un altro errore conseguente dal ragiomento sbagliato di Milena Gabanelli sullo spread è il seguente: «Quando abbiamo deciso di adottare una moneta unica abbiamo rinunciato ai tassi di cambio, vuol dire avere un unico tasso di interesse e rischi condivisi. Tradotto: 100 euro di debito, valgono 100 euro tanto a Berlino quanto a Roma. Era così fino al 2010, quando è esplosa la crisi e la cancelliera Merkel e il presidente francese Sarkozy hanno avuto paura che i vari governi nazionali non si mettessero in riga per pagare i debiti. Da allora ognuno per sé, ed è comparso lo “spread”». Lo spread come indicato dal linguaggio della finanza è la differenza di rendimento tra i Bund decennali tedeschi e gli altri titoli con la medesima maturità dell’Eurozona. Prima che fosse avviata l’unione monetaria lo spread aveva raggiunto anche livelli più alti rispetto ai picchi della crisi del debito sovrano del 2011, intorno ai 600 punti base. Quindi non è affatto vero, come scrive Gabanelli sul Corriere, che lo spread sia stato inventato dall’euro.

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