Furto alla Rinascente, le prove contro Marco Carta sono «insufficienti e contraddittorie»

Marco Carta è stato assolto per «non aver commesso il fatto» in merito al furto delle sei magliette per un valore totale di 1200 euro alla Rinascente: nella sentenza di assoluzione il giudice scrive che la prova che il cantante abbia concorso nella ruberia risulta «insufficiente e contraddittoria».

Furto alla Rinascente, le prove contro Marco Carta sono «insufficienti e contraddittorie»

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Se la prova di concorso nel reato di furto è insufficiente e contraddittoria, «l’ipotesi ricostruttiva alternativa» presentata dalla difesa di Marco Carta è invece «confortata da elementi di conferma». Lo scrive il giudice Stefano Caramellino all’interno delle motivazioni della sentenza con cui Marco Carta è stato assolto «per non aver commesso il fatto» lo scorso 31 ottobre, durante il processo abbreviato per il furto di sei magliette dal negozio della catena Rinascente a Milano, vicino al Duomo della città.

Il giudice Caramellino ha scritto inoltre che il movente dichiarato da Fabiana Muscas, consisteva nel «fare un regalo di compleanno a sorpresa a Marco Carta» e corrisponde «a una eventualità non certo remota né congetturale, bensì oggettivamente riscontrata nel caso concreto». Sarebbe infatti «coerente» con l’effettiva data del compleanno del cantante, risalente a «dieci giorni prima del fatto»,ovvero il 21 maggio.

Il giudice si è anche espresso in merito al verbale redatto risultato di un «imperfetto controllo» che riporta informazioni «gravemente inattendibili» e «incompatibili con quanto obiettivamente emerso dalle registrazioni video». Un verbale inesatto quindi ma «coerente con la relativa rapidità con cui tale verbale è stato formato» essendo stato redatto «al termine di una giornata di lavoro piuttosto pesante, per l’eccezionale afflusso di consumatori in occasione del “venerdì nero”».

(Credits immagine di copertina: ANSA/MATTEO BAZZI)

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