Furto alla Rinascente, le prove contro Marco Carta sono «insufficienti e contraddittorie»
19/11/2019 di Gaia Mellone

Marco Carta è stato assolto per «non aver commesso il fatto» in merito al furto delle sei magliette per un valore totale di 1200 euro alla Rinascente: nella sentenza di assoluzione il giudice scrive che la prova che il cantante abbia concorso nella ruberia risulta «insufficiente e contraddittoria».
Furto alla Rinascente, le prove contro Marco Carta sono «insufficienti e contraddittorie»
LEGGI ANCHE> Marco Carta assolto: «È finito un incubo»
Se la prova di concorso nel reato di furto è insufficiente e contraddittoria, «l’ipotesi ricostruttiva alternativa» presentata dalla difesa di Marco Carta è invece «confortata da elementi di conferma». Lo scrive il giudice Stefano Caramellino all’interno delle motivazioni della sentenza con cui Marco Carta è stato assolto «per non aver commesso il fatto» lo scorso 31 ottobre, durante il processo abbreviato per il furto di sei magliette dal negozio della catena Rinascente a Milano, vicino al Duomo della città.
Il giudice Caramellino ha scritto inoltre che il movente dichiarato da Fabiana Muscas, consisteva nel «fare un regalo di compleanno a sorpresa a Marco Carta» e corrisponde «a una eventualità non certo remota né congetturale, bensì oggettivamente riscontrata nel caso concreto». Sarebbe infatti «coerente» con l’effettiva data del compleanno del cantante, risalente a «dieci giorni prima del fatto»,ovvero il 21 maggio.
Il giudice si è anche espresso in merito al verbale redatto risultato di un «imperfetto controllo» che riporta informazioni «gravemente inattendibili» e «incompatibili con quanto obiettivamente emerso dalle registrazioni video». Un verbale inesatto quindi ma «coerente con la relativa rapidità con cui tale verbale è stato formato» essendo stato redatto «al termine di una giornata di lavoro piuttosto pesante, per l’eccezionale afflusso di consumatori in occasione del “venerdì nero”».
(Credits immagine di copertina: ANSA/MATTEO BAZZI)