L’ad Rai Fuortes dice che i talk-show sono abusati e che i giornalisti non possono improvvisare su qualsiasi tema
Le parole in commissione di Vigilanza Rai
05/05/2022 di Redazione
Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai, è stato durissimo sui talk-show e sul dibattito che, in questi giorni, si sta alimentando a proposito del racconto televisivo (anche nel servizio pubblico) legato alla guerra in Ucraina. Le parole dell’ad entrano a gamba tesa sull’argomento durante l’audizione in Commissione di Vigilanza: «Il talk-show non è il format ideale: c’è stato un abuso di questa forma che invece è molto adatta all’intrattenimento su temi leggeri e non su temi importanti come quelli politici e culturale. L’idea di chiamare giornalisti, operatori, scienziati a improvvisare su qualsiasi tema non credo possa fare un buon servizio pubblico».
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Carlo Fuortes sui talk-show: abusati e inadeguati
Negli ultimi giorni, i talk-show italiani sono entrati nell’occhio del ciclone per una serie di motivi: dapprima la presenza di ospiti che, attraverso le loro parole, puntano a sollevare dei polveroni su un tema estremamente delicato come quello della guerra; poi per la presenza di giornalisti russi che, secondo una richiesta di audizione al Copasir, vengono indicati addirittura come possibili agenti stranieri che parlano attraverso media italiani.
L’AD Fuortes boccia i talk show nell’informazione: “Credo che non sia il format ideale. C’è stato un abuso di questa forma, invece molto adatta all’intrattenimento.
Chiamare giornalisti a improvvisare su qualsiasi tema”#AscoltiTv #Cartabianca #dimartedi #MaurizioCostanzoShow pic.twitter.com/B7nTfss81B— Cinguetterai (@Cinguetterai_) May 5, 2022
Fuortes ha detto che, in passato, il servizio pubblico – che poteva vantare nomi come quelli di Sergio Zavoli o di Enzo Biagi – non andava nella direzione che sta prendendo in questo momento. «L’approfondimento è l’opposto dell’intrattenimento di persone che parlano un po’ di tutto. Io ho avanzato molti dubbi che lo share debba essere l’unico parametro che valuta i nostri programmi, perché alcuni programmi non possono essere misurati solo in termini di share». In commissione, sono stati chiariti anche altri punti: sulla questione del TgR e del potenziamento delle redazioni web, è stato spiegato che l’edizione della notte del telegiornale regionale, attualmente abolita, potrà andare in onda in streaming. Inoltre, c’è stato un passaggio anche su Marco Damilano e sulla striscia che andrà a condurre in Rai a partire dal prossimo mese di settembre: il suo compenso, al centro di numerose critiche, sarà inferiore al tetto dei 240mila euro previsto per i dirigenti Rai (anche se Marco Damilano, in ogni caso, sarà a tutti gli effetti un esterno).