Fukushima, assolti gli ex dirigenti Tepco per il disastro nella centrale nucleare

19/09/2019 di Enzo Boldi

I vertici di Tepco (Tokyo Electric Power Company Holdings) sono stati giudicati non responsabili della mancata prevenzione delle strutture della centrale nucleare di Fukushima dopo il disastro dell’11 marzo 2011. I tre imputati,  l’ex presidente Tsunehisa Katsumata e gli ex vice presidenti Sakae Muto e Ichiro Takekuro, erano stati citati in giudizio nel 2017 e dopo meno di due anni sono stati valutati non colpevoli.

Le accuse contro i tre ex dirigenti Tepco si basavano sul concetto di ‘precauzione’ atta a evitare disastri come quello accaduto, poi, a Fukushima in quella triste data dell’11 marzo 2011 che ha ricordato molto da vicino – ma con un impatto più contenuto, nonostante la gravita dell’accaduto – quanto accaduto a Chernobyl nel 1986. Secondo la procura, infatti, i dirigenti non avevano adottato misure preventive per evitare il disastro nucleare, nonostante il parere di molti esperti sulle criticità che potevano derivare da un terremoto e da uno tsunami.

I vertici Tepco assolti per il disastro nucleare di Fukushima

Cosa che poi è accaduta l’11 marzo di otto anni fa, provocando quel grave incidente alla centrale di Fukushima. Prima la violenta scossa  di magnitudo 9 che ha fatto tremare il Giappone, poi l’onda altissima che ha colpito gli impianti provocando una tragedia che, secondo l’accusa, poteva essere evitata grazie alla prevenzione. Ma per i giudici della Corte distrettuale di Tokyo, gli ex dirigenti non sono colpevoli di negligenza e quindi è decaduto tutto l’impianto accusatorio nei loro confronti.

Le 44 persone morte per l’incidente

Nel corso del processo, infatti, i tre si sono sempre dichiarati innocenti avvalendosi del fatto che i terremoti non possano essere previsti e – di conseguenza – neanche gli Tsunami. Se condannati, per quell’accusa, avrebbero rischiato circa cinque anni di carcere. Ricordiamo che l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima provocò la morte di 44 persone.

(foto di copertina: Lars Nicolaysen/dpa)

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