Fratoianni sull’olio al CBD: «Il ministro Speranza metta mano a una scelta irragionevole»

La sostanza è stata inserita dal ministero della Salute tra quelle stupefacenti

22/10/2020 di Redazione

La scelta di inserire l’olio al CBD all’interno delle sostanze stupefacenti portata avanti a inizio ottobre dal ministero della Salute ci è da subito sembrata una questione su cui insistere per avere chiarezza. Abbiamo raccolto, per questo motivo, l’opinione del deputato Nicola Fratoianni, portavoce nazionale di Sinistra Italiana. Fratoianni sull’olio al CBD si trova nella situazione di dover commentare la scelta che arriva dal ministero della Salute di Roberto Speranza, uno degli esponenti più progressisti dell’esecutivo, eletto – nel 2018 – con LeU.

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Nicola Fratoianni sull’olio al CBD: «Grave errore»

«Io lo dico con rispetto – ha affermato Fratoianni ai microfoni di Giornalettismo -, si tratta di un grave errore. È una scelta infondata dal punto di vista scientifico che crea due conseguenze, oltre al fatto di limitare fortemente chi utilizza l’olio al CBD per scopi terapeutici. La prima è il grave danno alla filiera economica della cannabis legale, la seconda è una grave regressione sul piano culturale. Lo faccio presente come convinto sostenitore della legalizzazione, soprattutto in funzione della lotta alle organizzazioni criminali».

Punti centrali, questi, soprattutto alla luce delle ultime valutazioni dell’Aifa, che starebbe per dare il via libera alla commercializzazione di medicinali a base di cannabidiolo. «Anche per questo – sottolinea Fratoianni – la scelta di inserire gli oli nelle sostanze stupefacenti è scientificamente infondata. Mi auguro che nelle strutture burocratiche del ministero della Salute non ci siano conflitti d’interesse o altri elementi che abbiano orientato queste decisioni».

L’appello di Nicola Fratoianni a Speranza sull’olio al CBD

E ora, come si faceva presente, questa scelta rischia di mettere in difficoltà un settore che, negli ultimi anni, era stato in forte espansione. Tra l’altro, proprio in un momento come questo, di recessione globale causata dalla pandemia: «Purtroppo nel nostro Paese – ricorda Fratoianni – c’è una sottocultura proibizionista che ha una larga diffusione. Faccio notare, però, che in passato tutte le decisioni che in nome del proibizionismo sono state prese sono andate nella direzione sbagliata».

Ma il fatto che il ministro Speranza, che pure aveva eliminato il ricovero per la somministrazione della pillola abortiva, sia un esponente di punta di una visione progressista del Paese e che, allo stesso tempo, adotta un provvedimento del genere, crea un problema politico? «Non so – chiude Fratoianni – se questa decisione sia dettata da una convinzione personale del ministro o da quello che viene deciso negli uffici del ministero. Il ministro metta mano a una scelta irragionevole».

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