I M5S Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi e Federica Dieni accusati dalle Iene sui mancati rimborsi
18/02/2018 di Redazione
Le Iene hanno rivelato altri tre nomi di parlamentari del M5S che non hanno restituito il loro stipendio, versando la quota dei rimborsi nel fondo per le piccole e medie aziende. Si tratta di Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi e Federica Dieni, gli ultimi due candidati nelle elezioni politiche 2018 in un collegio uninominale in Puglia e in Calabria.
I M5S Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi e Federica Dieni accusati dalle Iene sui mancati rimborsi
Il sito delle Iene rimarca che così salgono a 14 i parlamentari Cinque Stelle non in regola con i versamenti dei rimborsi. Luigi Di Maio invece ha presentato una lista di soli 8 “portavoce” M5S. Oltre a Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi e Federica Dieni, rispetto all’elenco del capo politico dei Cinque Stelle mancano Giulia Sarti, Massimiliano Bernini e Barbara Lezzi.
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Giulia Sarti, dopo la denuncia presentata in procura nei confronti dell’ex fidanzato, si è autosospesa, mentre Barbara Lezzi è stata “multata” e dovrà restituire tre mesi di rimborsi. Le Iene spiegano così nel loro nuovo servizio pubblicato sul sito le loro accuse nei confronti di Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi e Federica Dieni. Federico Cariello non avrebbe effettuato due bonifici per un totale di 5989 euro.
Emanuele Scagliusi e Federica Dieni non avrebbero invece revocato i bonifici, bensì “gonfiato” il rimborso effettivamente versato. Federica Dieni ammette con Filippo Roma di aver gonfiato la cifra del bonifico, ma solo perché aveva poi provveduto a fare un bonifico riparatore dieci giorni dopo.
Nel nuovo servizio di Filippo Roma e Marco Occhipinti pubblicato sul sito delle Iene c’è anche un’intervista con Ivan Della Valle, il parlamentare che non ha versato rimborsi per quasi 300 mila euro. Della Valle ammette le sue colpe, scusandosi nei confronti degli attivisti, e spiega di aver falsificato sistematicamente con Photoshop i suoi bonifici.
Ivan Della Valle accusa anche Luigi Di Maio e gli altri parlamentari pentastellati di aver esagerato nella rendicontazione delle spese, presentando cifre troppo alte per dover restituire meno soldi.