Il framework FIDA sull’accesso ai dati finanziari
All'interno del payments package su cui sta lavorando l'Unione Europea, si parla anche di "finanza aperta"
24/11/2023 di Redazione Giornalettismo
In un mondo sempre più iperconnesso, dove quasi ogni servizio prevede un accesso a una piattaforma che raccoglie, gestisce e accumula dati personali (e non solo), la necessità di aggiornare le norme in essere diventa un paradigma non più derogabile. Per questo motivo, l’Unione Europea sta cercando di modificare e attualizzare molte delle norme relative ai pagamenti (in chiave digitale e non solo). All’interno del “faldone” etichettato sotto il nome di “Payments package“, è stato inserito anche il cosiddetto “Framework FIDA“: si tratta di un quadro della UE sull’accesso ai dati finanziari.
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Attenzione, non si tratta di un “liberi tutti”. Questo pacchetto normativo, infatti, ha come obiettivo quello di tutelare i dati finanziari degli utenti/cittadini europei e va a toccare una serie di diritti e obblighi che in un mondo di “finanza aperta” sono diventati necessari al fine di evitare abusi, consentire una rapida ed efficiente accessibilità ai servizi bancari e una attenzione ai limiti della condivisione di questi dati.
Framework FIDA, la “finanza aperta” secondo l’UE
L’acronimo FIDA, infatti, sta per “Financial data access” (accesso ai dati finanziari). Il 28 giugno scorso, la proposta è stata presentata (dopo un lavoro di analisi durato quasi tre anni) dalla Direzione generale della Stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali. Ma di cosa si andrà a occupare il Framework FIDA?
«Il quadro si basa sull’accesso “open banking” già esistente ai dati dei clienti detenuti dai fornitori di servizi di pagamento di radicamento del conto e adotta un approccio incentrato sul cliente. L’obiettivo è garantire che tutti i consumatori e le imprese dispongano di strumenti di controllo efficaci sui propri dati finanziari. Fornisce strumenti aggiuntivi per garantire la protezione dei dati personali in linea con il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e applicare i principi generali della condivisione dei dati tra imprese in linea con la proposta di legge sui dati».
Dunque, si parla di finanza aperta. Si parte dai fornitori di servizi di pagamento e dei clienti che utilizzano i loro prodotti. Il tutto con la richiesta di un controllo efficace sui dati finanziari.
Come dovrebbe cambiare il quadro
Dunque, si parla esplicitamente di diritti e obblighi. Diritti nella gestione e controllo dei propri dati (lato utente) e obblighi da parte dei vecchi e nuovi attori del settore digitale (legato ai pagamenti e alle banche) nella condivisione di quei dati.
All’interno di questo quadro, in sintesi, ci sono quattro punti-chiave:
- possibilità ma non obbligo per i clienti di condividere i propri dati con gli utenti dei dati;
- obbligo per i titolari dei dati dei clienti di rendere tali dati disponibili agli utilizzatori dei dati;
- pieno controllo da parte dei clienti su chi accede ai propri dati e per quale scopo;
- standardizzazione dei dati dei clienti e delle interfacce tecniche necessarie;