Foodora lascia il nostro Paese: «Il mercato italiano è troppo difficile»

03/08/2018 di Enzo Boldi

La notizia era nell’aria, soprattutto in seguito al confronto avuto con il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio: Foodora ha deciso di lasciare l’Italia. Una delle grandi protagoniste del servizio di food delivery, ha scelto di abbandonare il mercato italiano – troppo poco remunerativo – a causa dei costi troppo elevati. Nei mesi scorsi lo scontro con Di Maio per i contratti dei riders, poi la firma di una carta che seguiva alcune delle linee guida richieste dal Governo. Ora l’addio all’Italia, ma anche a Francia, OlandaAustralia.

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«La strategia di Delivery Hero – spiega il co-fondatore di Foodora, Emanuel Pallua -, è quella di operare in modo economicamente efficiente, con focus su crescita e posizione di leadership in tutti i mercati in cui opera. In Italia questo obiettivo è ora difficile da raggiungere con investimenti ragionevoli». Quindi, l’unica cosa da fare è chiudere e puntare su mercati più sostenibili e più remunerativi. Nel nostro Paese, infatti, il servizio di food delivery non ha attecchito come in altre nazioni, con un’impatto che sfiora appena il 3%. Foodora, fa parte della società – con sede a Berlino – Delivery Hero ed è proprio il mercato tedesco il loro grande obiettivo.

Foodora lascia Italia, costi troppo alti e mercato piatto

Pochi soldi e grandi responsabilità. «Per quanto riguarda l’Italia – prosegue il co-fondatore di Foodora Pallua -, siamo consapevoli dei risultati raggiunti finora per cui stiamo valutando possibili acquirenti». Non è prevista, di fatto, una cessazione del servizio, ma si attende che qualche investitore rilevi la quota italiana di Foodora e, nell’attesa, il food delivery proseguirà. «Questo annuncio non ha conseguenze sul servizio e sulle modalità con cui operiamo  – spiega Emanuel Pallua -. La nostra piattaforma, il servizio dei ristoranti e i riders sono operativi come sempre. La nostra principale priorità è assicurare un futuro di successo anche con una nuova proprietà».

Foodora lascia Italia, un mesa fa la firma della «Carta dei riders»

Nei mesi scorsi, Foodora – ma anche le altri aziende di food delivery presenti in Italia – erano state convocate dal Ministro del Lavoro Luigi Di Maio per ricevere le indicazioni, previste e annunciate dal cosiddetto «Decreto Dignità», sui contratti dei «Riders». La richiesta di adeguamento e tutela, però, non era stata vista di buon occhio dalle aziende accendendo il tavolo del dibattito con minacce di abbandono del mercato italiano. Pochi giorni dopo, l’apparente svolta con la pubblicazione della «Carta dei Riders» che seguiva alcune delle direttive volute dal Governo. Fino a oggi, quando Foodora, uno degli attori principali di quel tavoli di confronto, ha fatto la sua scelta.

 

(foto di copertina: SEBASTIAN GOLLNOW/DPA)

 

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