Ma Fontana che dice che la zona rossa in Lombardia è uno «schiaffo in faccia», ha visto i dati della sua regione?
Il presidente ha commentato in serata la comunicazione fatta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte
05/11/2020 di Gianmichele Laino
Nella serata di ieri siamo venuti a conoscenza del fatto che la Regione Lombardia sia stata dichiarata zona rossa insieme al Piemonte, alla Valle D’Aosta e alla Calabria. Una decisione che, tuttavia, non deve essere piaciuta ai vertici degli enti locali. Le dichiarazioni di Attilio Fontana contro zona rossa, ad esempio, ne sono la dimostrazione. Il presidente di regione, dopo la conferenza di Giuseppe Conte nella serata di ieri, ha ribadito la sua contrarietà alla misura estrema, che prevede il lockdown generalizzato – di fatto – di tutta la popolazione, se si fa eccezione per i lavoratori e per gli studenti dei primi cicli.
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Fontana contro zona rossa, le parole del presidente della Lombardia
«Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi – ha affermato Fontana -, non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita». Il riferimento è a un aggiornamento dei 21 parametri con cui il ministero della Salute ha stabilito quali aree del Paese potessero essere considerate a rischio, indipendentemente dall’indice Rt e prendendo in considerazione anche altri fattori.
Secondo Attilio Fontana i dati del monitoraggio a cui il ministro della Salute ha fatto riferimento sarebbero vecchi e non aggiornati. La notizia non trova alcun tipo di conferme, tuttavia il bollettino diramato sempre dal ministero della Salute nella giornata di ieri a proposito della situazione sul coronavirus in Italia parla molto chiaramente.
Fontana contro zona rossa, ma i dati della Lombardia sono pessimi
E ci mostra una Regione Lombardia che, ormai da diverse settimane, è tornata a essere l’epicentro di una pandemia che ha colpito diversi suoi territori, a partire dal mese di febbraio. Nella sola giornata di ieri – quindi in 24 ore – la Lombardia ha fatto registrare 7758 nuovi positivi. Praticamente un quarto dei contagi registrati su tutto il territorio nazionale. I 32 ricoverati in più in terapia intensiva rappresentano la metà dei ricoverati più gravi in tutta Italia. E soltanto nella giornata di ieri si sono registrati 96 decessi. L’area metropolitana di Milano è quella più colpita, lo stesso capoluogo di regione è in sofferenza (e presenta più contagiati che in diverse altre regioni italiane).
Scende dal 21% di ieri al 17,7 di oggi il rapporto fra tamponi effettuati (43.716) e i nuovi positivi 7.758. I guariti/dimessi sono 1.495
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— Regione Lombardia (@RegLombardia) November 4, 2020
Insomma, se non è la Lombardia a essere dichiarata zona rossa, quale altra regione dovrebbe esserlo? E poi non era lo stesso Attilio Fontana che, nei giorni scorsi, aveva sollecitato misure più stringenti per poter bloccare il contagio, manifestando preoccupazione per quello che stava accadendo nella sua regione? E allora perché dice che la zona rossa decisa dal ministero della Salute è uno schiaffo alla Lombardia e non, al contrario, un tentativo per proteggerla?