Per Fontana, la scritta sul muro contro di lui è segno di un «clima antilombardo»
16/05/2020 di Gianmichele Laino
Attilio Fontana, governatore della regione Lombardia, è stato protagonista suo malgrado di un episodio di cronaca cittadina. In via Vittorelli, nel municipio 2 di Milano, i Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo avevano lasciato la propria firma sotto a un murale che definiva Fontana ‘assassino’, con riferimento alla sua gestione dell’emergenza coronavirus in Lombardia. Si è trattato di un episodio dai toni molto forti che ha immediatamente causato una serie di reazioni politiche bipartisan, compresa quella del sindaco del capoluogo meneghino Beppe Sala che ha espresso la sua solidarietà al presidente della regione Lombardia.
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Fontana clima antilombardo, la ‘spiegazione’ sul murale a Milano
Oggi, però, Fontana è voluto tornare sull’argomento e ha parlato di questo in una intervista al quotidiano La Stampa: «C’è un clima avvelenato che qualcuno ha voluto creare nel paese. Un clima antilombardo. E chi ha creato questo clima, dovrebbe farsi un esame di coscienza perché poi i risultati sono questi».
Occorre fare una premessa e poi realizzare immediatamente una riflessione di corollario. La scritta sul muro ha una propria violenza intollerabile nei toni. Ma è comparsa in un quartiere di Milano, scritta probabilmente da milanesi. Il sentimento antilombardo, quindi, secondo Fontana avrebbe una matrice interna alla propria regione di appartenenza? Sarebbe quantomeno curioso.
In realtà, le parole di Attilio Fontana sono inserite in un discorso più ampio, che il governatore sta cercando di portare avanti da più tempo. Secondo lui, la visibilità mediatica che l’epidemia di coronavirus in Lombardia sta avendo è il risultato di una sorta di ‘invidia’ del resto d’Italia per la regione più produttiva economicamente del nostro Paese. Secondo il governatore, invece, in Lombardia il numero assoluto delle vittime e dei contagi da coronavirus è dipeso esclusivamente dal fatto di avere 10 milioni di abitanti e non dalla gestione dell’emergenza sanitaria. Oggi, il governatore ha ricordato ancora una volta che in regione il tasso di contagio è uno dei più bassi in Italia (0,57) senza però indugiare sui tanti, troppi casi di sommerso che stanno emergendo a fatica in questi ultimi giorni (dopo che l’afflusso nei pronto soccorso e negli ospedali è calato vistosamente) e che continuano a provocare preoccupazioni per l’esito della fase 2 in Lombardia.