L’esperimento sociale del bimbo nero messo in un angolo in una scuola di Foligno

21/02/2019 di Enzo Boldi

Obbligare un bambino nero a voltarsi in un angolo e mettersi con il volto rivolto verso la finestra può essere considerato un ‘esperimento sociale’? Ovviamente la risposta è no, ma questa è stata la giustificazione che un maestro di una scuola di Foligno (in Umbria) ha dato al suo preside dopo le proteste e le denunce da parte dei genitori del piccolo e l’indignazione scatenata sui social. L’uomo, in un colloquio informale con i vertici dell’istituto scolastico, ha detto che le sue intenzioni erano esattamente l’opposto rispetto al caso che si è venuto a creare.

Partiamo dall’inizio. Qualche giorno fa, su Facebook, è stata rilanciata la storia di un bambino nero che è stato invitato dal proprio maestro a mettersi in un angolo, con la faccia rivolta verso la finestra senza potersi voltare e guardare gli altri. Dopodiché l’insegnante avrebbe detto agli altri studenti: «Ma che brutto che è questo bambino nero! Bambini, non trovate anche voi che sia proprio brutto? Girati, così non ti devo guardare». Questo è il racconto fatto da alcuni genitori dopo aver parlato con i propri figli.

Foligno, il bambino nero costretto a mettersi in un angolo

Qualora fosse confermato dalle indagini interne alla scuola elementare di Monte Corvino, piccolo quartiere di Foligno, si tratterebbe di un grave gesto nei confronti di un bambino, condito da razzismo e istigazione all’odio razziale. Oltre che un pessimo esempio per tutti gli altri studenti e compagni di classe del piccolo. A rendere più grave questa storia, ci sarebbe un secondo episodio ripetuto poco dopo in un’altra classe dello stesso istituto scolastico. Questa volta la vittima sarebbe la sorella dell’altro bambino oggetto di scherno da parte del docente.

L’esperimento sociale finito male

Il maestro di Foligno è stato immediatamente convocato dai vertici della scuola e avrebbe fornito questa spiegazione: si trattava di un esperimento sociale che aveva intenzione di produrre l’effetto opposto rispetto a quanto è stato poi percepito. Quindi, mostrare quanto è brutto il razzismo. Il racconto dei bambini, però, sembra essere molto diverso e, qualunque sia la verità, sembra essere molto difficile educare i più piccoli facendo giochi ed esperimenti sociali di questo tipo che – come accaduto – rischiano di provocare risultati opposti.

(foto di copertina: Lapin Oleksandr/Ukrinform via ZUMA Wire)

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