Zaia prova a far capire a Salvini che l’emergenza non è finita, citando i 19 focolai autoctoni in Veneto

27/07/2020 di Enzo Boldi

La campagna elettorale in vista del voto Regionale in Veneto (il 20 e il 21 settembre) sembra essere superflua: Luca Zaia è avanti (di tantissimo) in qualunque sondaggio e corre per la riconferma da parte dei suoi cittadini. Per questo motivo, probabilmente, il leghista non ha bisogno di lanciare appelli controversi in una fase di emergenza che, come lui stesso ha confermato, è tutt’altro che finita. E non si parla della ‘minaccia straniera’ tanto in voga sui profili social di Salvini, ma di un pericolo che abbiamo già all’interno dei nostri confini. Insomma, Zaia prova a far capire a Salvini come il peggio non sia del tutto passato, come dimostrano i focolai in Veneto.

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Questa volte non c’erano ciliegie a distrarre il segretario della Lega, ma una conferenza stampa di oltre 40 minuti in cui Luca Zaia parla dei focolai in Veneto attivi e chiede che non sia abbassata la guardia: si parla dei dpcm del governo da rispettare, delle ordinanze regionali, del distanziamento sociale e dell’uso della mascherina. Insomma, una narrazione che sembra essere ben diversa rispetto a quella che – da qualche settimana – fa Matteo Salvini nei comizi e sui social.

Focolai in Veneto, come Zaia smentisce Salvini sull’emergenza finita

«Oggi abbiamo 38 focolai esistenti, 19 autoctoni, casalinghi e 19 importati. Non bisogna abbassare la guardia. Il virus non se n’é andato, dà segnali diversi dal punto di vista clinico. È fondamentale rispettare le indicazioni date dal Dpcm e dalle nostre ordinanze». Insomma, l’emergenza sanitaria non è superata e dipende in buona parte dai focolai autoctoni. Eppure il suo segretario, anche oggi in Senato, continua a cantare seguendo uno spartito opposto. Insomma, Zaia non ha bisogno di raccogliere altri consensi e la sua narrazione sembra essere molto più vicina alla realtà: meno elettorale e più veritiera.

(foto di copertina: da profilo Facebook di Luca Zaia)

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