Il fail della Picierno che se la prende con il ministro Salvini per lo stupro di Napoli di marzo

Nella giornata di ieri, l’euro-parlamentare del Partito Democratico Pina Picierno ha attaccato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, utilizzando però una argomentazione poco calzante. L’esponente dem ha messo in correlazione l’attività del governo e del leader della Lega con lo stupro che si sarebbe verificato a Napoli nei confronti di una giovane turista inglese, violentata prima da due aggressori e poi dal suo soccorritore. Tuttavia, l’episodio di cronaca – emerso sulle pagine dei giornali in questi giorni, visto l’incidente probatorio che si è svolto qualche giorno fa – risale al mese di marzo. Quando, cioè, un governo era ancora molto lontano dall’essere formato.

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Fail Picierno, il tweet dell’eurodeputata Pd

«A Napoli una 18enne inglese violentata due volte la stessa sera, anche dal soccorritore – ha scritto Pina Picierno su Twitter -. Ogni giorno violenza sulle donne e stupri. Non se ne può più. È questa la sicurezza che garantisce il Ministro dell’Interno? Salvini lasci stare la propaganda e si occupi dei problemi veri!».

Fail Picierno rimarcato dai suoi followers

La contraddizione temporale, tuttavia, non è sfuggita a diversi utenti di Twitter, che hanno provveduto a correggere l’affermazione dell’euro-deputata. «Lo stupro risale a marzo – scrive un utente -, quando si erano appena svolte le elezioni e nessun governo ancora si prospettava all’orizzonte, anzi tecnicamente il Ministro degli interni era Minniti e il premier in carica era Gentiloni». L’esecutivo di Giuseppe Conte ha giurato, dopo tormentate vicende e un lungo giro di consultazioni, il 1° giugno: tre mesi dopo i fatti verificatisi a Napoli.

L’opposizione al governo Lega-M5S dovrebbe basarsi su argomenti concreti. In questo caso, oltre al fatto discutibile di aver utilizzato un episodio di cronaca per generalizzare la situazione e portarla su un piano politico, mancavano proprio gli elementi di base per coinvolgere in questo dibattito Matteo Salvini. Situazioni come queste, creano boomerang e autogol inevitabili per gli esponenti del Partito Democratico. Con conseguente impatto (negativo) sull’opinione pubblica.

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