Facebook ha preso posizione sul colpo di stato in Myanmar e ha bannato i militari

La decisione pubblicata sul blog ufficiale della piattaforma di Zuckerberg

25/02/2021 di Redazione

Il 15 febbraio scorso, Facebook aveva deciso di limitare i profili di alcuni militari che avevano partecipato al colpo di stato del 1° febbraio 2021 in Myanmar, quando l’esercito ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi. Adesso, attraverso una nota sul suo blog ufficiale, Facebook ha annunciato di aver preso una decisione ancor più radicale: l’eliminazione di tutti i profili legati ai militari che hanno preso il potere a Naypyidaw.

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Facebook sul Myanmar e la decisione di bannare i militari

«Gli eventi che si sono susseguiti dal colpo di stato del 1° febbraio, inclusa la violenza mortale, hanno accelerato la necessità di questo divieto – ha scritto Facebook -. Crediamo che i rischi di consentire al Tatmadaw (l’esercito del Myanmar, ndr) di pubblicare su Facebook e Instagram siano troppo grandi». Per questo motivo, il social network di Mark Zuckerberg ha deciso di eliminare gli account dei militari che hanno preso il potere.

La decisione, dunque, fa il paio – anche per le modalità messe in campo – con i fatti di Capitol Hill negli Stati Uniti il 6 gennaio: anche il quella circostanza, Facebook ha dato una stretta molto evidente ai profili dei partecipanti alla protesta, prima sospendendo e poi bannando definitivamente il profilo del presidente ancora in carica Donald Trump.

Secondo Facebook, la decisione di bloccare gli account dei militari – ma anche quelli di tutte quelle aziende che all’esercito del Myanmar sono collegate e che, magari, intendono promuovere messaggi commerciali sulla piattaforma – è determinata dalle ripetute violazioni dei diritti umani che si stanno perpetrando all’interno del Paese. Se si considera, poi, che Facebook è stato uno strumento fondamentale per coordinare le azioni che hanno portato al colpo di stato in Myanmar, si capisce ancora meglio quanto il ban possa colpire, in questo momento, la concentrazione di potere che ha sovvertito l’ordine democratico nel Paese.

Il colpo di stato si è originato intorno a presunte accuse di brogli che avrebbero favorito, nelle ultime elezioni che si sono svolte nel Paese, la riconferma di Aung San Suu Kyi e del suo partito Lega nazionale per la democrazia (NLD). Facebook si è schierato da che parte stare, condizionando – dunque – il dibattito politico all’interno del Paese e orientandolo verso una comunicazione ben precisa: non troveranno spazio i militari, mentre saranno diffuse – via social network – soltanto le notizie collegate all’ex partito di maggioranza.

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