Lo scandalo Cambridge Analytica fa crollare a picco Facebook

Facebook è nei guai, questa volta anche dal punto di vista dei mercati finanziari. Con la chiusura di Wall Street, il social network di Mark Zuckerberg ha fatto registrare un vertiginoso crollo del 5,2%. La flessione si spiega con lo strascico dello scandalo Cambridge Analytica, la società di dati investita da un’inchiesta del quotidiano britannico The Guardian e del New York Times. Secondo i media, infatti, Cambridge Analytica sarebbe stata in grado di rubare i dati di 50 milioni di utenti su Facebook per condizionare pesantemente il risultato elettorale delle presidenziali americane vinte da Donald Trump.

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FACEBOOK CROLLA IN BORSA PER COLPA DI CAMBRIDGE ANALYTICA

Ora, l’intero mondo della comunicazione – ma, a quanto pare, anche quello della finanza – sta cercando di chiedere spiegazioni al colosso del web guidato da Mark Zuckerberg. Inutile la mossa di Facebook che nelle ore scorse aveva bloccato l’account di Cambridge Analytica per una violazione delle policy sull’utilizzo dei dati personali: sembra che la fiducia nei confronti del social network sia scesa ai minimi livelli dalla data della sua fondazione.

Cambridge Analytica avrebbe utilizzato i dati degli utenti di Facebook per realizzare delle operazioni mirate dal punto di vista promozionale ed elettorale, a favore di Donald Trump. La stessa società era stata diretta a lungo da Steve Bannon, che in passato aveva rivestito il ruolo di consigliere personale dell’attuale presidente americano.

FACEBOOK CROLLA A WALL STREET: MANCANZA DI FIDUCIA NEL SOCIAL MEDIA

A quanto pare, Cambridge Analytica aveva anche prestato i suoi servizi a un partito italiano (che affondava le sue radici negli anni Ottanta) a partire dal 2012. Lo scandalo sembra quindi allargarsi a macchia d’olio e sembra condizionare anche l’andamento dei mercati. Del resto, Facebook è stato colpito in una delle sue maggiori debolezze: verso la fine del 2015 il social network si era reso conto del massiccio furto di dati subito, ma non avvertì i suoi utenti. Pensò di risolvere tutto da sé e di nascondere la polvere sotto al tappeto. Nulla di più sbagliato: l’effetto rimbalzo, ora, è davvero concreto.

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