Facebook censura la “donna vitruviana” per la promozione della libertà della ricerca scientifica, poi si scusa
04/09/2018 di Gaia Mellone
L’uomo vitruviano è simbolo di perfezione, armonia e simmetria. La donna vitruviana invece, sembra sia indecente. Non importa che sia stata scelta come simbolo della ricerca, della libertà e della lotta al proibizionismo. L’immagine non rispettava i canoni di Facebook, e così l’Associazione Luca Coscioni si è vista cancellata la promozione di un evento. Riproposta la locandina “vestita”, il social però dopo qualche ora ritira la censura: «Ci scusiamo, l’immagine non viola le nostre norme»
Donna vitruviana censurata da Facebook, la locandina dell’evento
La locandina scandalosa pubblicizzava il XV Congresso nazionale dedicato a “Le libertà in persona” organizzato dall’Associazione Luca Coscioni presso l’Università degli Studi di Milano il 5, 6 e 7 ottobre. Un evento per permettere l’incontro di scienziati, medici, politici, intellettuali di spicco dello scenario culturale italiano e internazionale «per parlare di libertà e democrazia in tutte le accezioni possibili, con particolare enfasi sulle restrizioni che opprimono la scienza e la ricerca scientifica, la violazione dei diritti umani e civili, compreso quella di pensiero e di conoscenza». Ecco perché la scelta di pubblicizzare l’evento con l’immagine di una “donna vitruviana”, disegnata nuda ma ben coperta nelle zone “sensibili” con delle icone simbolo del proibizionismo Made in Italy che l’associazione cerca di rimuovere superare. Alcune delle battaglie intraprese dall’associazione fondata dall’economista affetto da sclerosi laterale amiotrofica scomparso nel 2006, si concentrano sull’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la ricerca sugli embrioni, l’accesso alla procreazione medicalmente assistita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione. Infatti, tra le altre cose, la donna vitruviana ha tra le mani un bambino ma anche delle pillole anticoncezionali. E a coprirla tra le gambe c’è una foglia di marijuana.
LEGGI ANCHE >La denuncia di Rachele Mussolini: «Facebook censura gli auguri a mio nonno»
Donna vitruviana censurata da Facebook, il focus sulle restrizioni bigotte dei social network
L’evento vuole parlare delle restrizioni a cui è soggetta la ricerca scientifica e, ironia della sorte, è a sua volta soggetto a delle restrizioni. Stavolta sono quelle di Facebook, che sulla piattaforma ha cancellato la promozione dell’evento perché non conforme alle sue regole. «Non consentiamo la pubblicazione di inserzioni che includono riferimenti impliciti a scene di nudo, ottenuti ad esempio sfocando o ritagliando i contenuti – si legge nella nota inviata da Facebook a Associazione Luca Coscioni – Ti consigliamo di usare contenuti che concentrano l’attenzione sul tuo prodotto o servizio, e non sulla nudità. Non consentiamo la pubblicazione di inserzioni che mostrano atteggiamenti sessualmente allusivi o estese parti del corpo (anche se a titolo educativo o per ragioni artistiche) a causa della loro natura sensibile». Peccato che il focus della promozione non fosse affatto sulla nudità. Dall’associazione hanno commentato dicendo che «l’accaduto fornisce un nuovo spunto per il dibattito sulle scelte dei social network, operate attraverso algoritmi che non riescono evidentemente a distinguere contenuti osceni e manipolatori da semplici espressioni artistiche».
Donna vitruviana censurata da Facebook, la risposta dell’associazione
A rispondere a Facebook è Marco Cappato, politico esponente dei radicali e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, oltre che promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca e della campagna Eutanasia legale. Sullo stesso social ha condiviso un post, in cui si legge che «ispirata al celebre uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, la nostra donna è disegnata per rappresentare “Le libertà in persona”: sulla scienza, le cure, le disabilità, la vita, dall’inizio alla fine». Il giovane politico continua sottolineando che la scelta di Facebook «che naturalmente non intendiamo ad personam, rende evidente un’altra libertà da conquistare: quella di conoscenza».
Il suo post si conclude poi con un invito: «Nella speranza che voglia, gentile Facebook, riflettere sulla Sua decisione e rimuovere il blocco nei nostri confronti, aiutandoci a promuovere l’incontro di persone interessate come noi alla conquista di nuove libertà civili, provvederemo a “coprire” ciò che sarebbe invece necessario in Italia “scoprire” e magari insieme “creare”: nuove libertà civili».
Intanto Marco Cappato ha pubblicato la versione “accettabile” e non indecorosa della donna vitruviana, costretta ancora una volta, ad adeguarsi agli standard di qualcun’altro.
La nostra Donna vitruviana si è dovuta vestire per uscire con Mark Zuckerberg. Chissà se ora Facebook accetterà la promozione del XV Congresso @ass_coscioni !? 😉 pic.twitter.com/1o2C4nOMcZ
— Marco Cappato (@marcocappato) September 4, 2018
Donna vitruviana censurata da Facebook,alla fine il social si scusa
«Il nostro team esamina ogni settimana milioni di inserzioni pubblicitarie e a volte purtroppo commettiamo degli errori» ha comunicato Facebook dopo la segnalazione dell’Associazione Luca Coscioni, e aggiunge: «Questa immagine non viola le nostre policy per le inserzioni. Ci scusiamo per l’errore e abbiamo già comunicato all’inserzionista che la sua pubblicità è stata approvata».
(Credits immagine di copertina: associazione Luca Coscioni)