Tutti i problemi delle banche che utilizzano ChatGPT per decidere se concedere un mutuo
Il racconto-denuncia del giornalista Fabrizio Gatti, direttore editoriale delle inchieste di Today.it, apre le porte a un approfondimento su tutte le questioni irrisolte dei chatbot AI
01/10/2023 di Redazione Giornalettismo
Cose succederebbe se una banca decidesse di utilizzare un chatbot AI per cercare informazioni sui correntisti e da lì decidere se concedere un prestito o un mutuo? Non si tratta di una domanda pretestuosa, ma di un’esperienza reale vissuta dal giornalista Fabrizio Gatti, Direttore editoriale per gli approfondimenti di Today.it. Tutto nasce da un test condotto da un amico del cronista che lavora in un noto istituto bancario italiano. Sperimentando le funzionalità di ChatGPT in modo da reperire notizie in merito a eventuali fattori che potrebbero rendere non possibile autorizzare un mutuo, l’intelligenza artificiale di OpenAI ha sbagliato tutto quel che si poteva sbagliare.
Fabrizio Gatti, la storia dei clamorosi errori di ChatGPT
A causa di un’omonimia, il Fabrizio Gatti risultava essere condannato (in primo grado) lo scorso 3 marzo per peculato. Peccato che tutto ciò riguardasse lui, ma l’ex Presidente di FinPiemonte. Ma nel corso delle ricerche, ChatGPT ha commesso molti altri errori. Giornalettismo, dopo aver intervistato il giornalista, ha provato a “sperimentare” la stessa storia utilizzando Bard (il chatbot di Google). Il risultato, però, è stato altrettanto deludente. Anzi, con alcune “perle” epocali.
Questa storia deve spingerci, oggi ancor di più, a comprendere e analizzare i reali e tangibili limiti dell’intelligenza artificiale. Perché questa vicenda è solo la punta dell’iceberg di problematiche ancora irrisolte e che potrebbero avere effetti sempre più nefasti e invasivi nella nostra vita. E se le banche hanno già iniziato a utilizzare questi sistemi, e se la Pubblica Amministrazione freme nella stessa direzione, occorre sottolineare come la novità del momento non vada cavalcata a tutti i costi.
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