Non solo musica: 4 ex dirigenti di Twitter hanno fatto causa a Musk

Si parla di licenziamenti senza giusta causa e mancato pagamento delle buonuscite previste dai contratti

06/03/2024 di Enzo Boldi

Probabilmente pensava di poter fare piazza pulita, senza tenere in considerazione degli accordi lavorativi in essere. In realtà, ora rischia di fare i conti con un’altra causa per via di quei licenziamenti selvaggi avvenuti nei giorni seguenti al suo insediamento negli uffici di quell’azienda appena acquistata per 44 miliardi di dollari. Perché ora ci sono 4 ex dirigenti di Twitter, tra cui l’ex CEO, che hanno intentato una causa contro Elon Musk per il loro allontanamento – secondo loro, senza giusta causa – e, soprattutto, per il mancato versamento della buonuscita prevista dai loro contratti. E si parla di una cifra totale che si aggira intorno ai 128 milioni di dollari. Non propriamente briciole.

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I personaggi erano elementi di spicco nell’organigramma verticale dell’azienda che oggi si chiama X:P arag Agrawal, ex CEO, Ned Segal, ex CFO, Vijaya Gadde, ex responsabile degli affari legali e delle politiche, e Sarah Personette, ex responsabile della gestione dei prodotti. Tutti loro, in un’azione collettiva – con il documento depositato in California -, contestano a Elon Musk la decisione averli licenziati senza una reale giusta causa. E, inoltre, il fondatore di Tesla non avrebbe versato le buonuscite previste.

Ex dirigenti Twitter contro Musk, una causa da 128 milioni

Come spiega il New York Times, per fare un esempio, l’ex amministratore delegato di Twitter aveva un contratto da un milione di dollari all’anno. Una cifra a cui dovevano essere sommati 12,5 milioni di dollari in azioni. Oltre a tutto ciò, era prevista una buonuscita da ben 60 milioni di dollari in caso di licenziamento senza giusta causa e qualora l’azienda diventasse privata. Stessa clausola era presente nel contratto degli altri tre (anche se con valori differenti). Alla fine, però, il conto totale è da 128 milioni di dollari che Elon Musk non ha mai versato nelle casse dei quattro ex dirigenti dell’azienda Twitter perché, secondo lui, il licenziamento era per giusta causa.

Dunque, la causa si basa sul concetto di “giusta causa” che, secondo i quattro ex dirigenti, non sussisteva. Ed ecco che, qualora il giudice dovesse dare torto a Elon Musk, l’azienda X – in realtà SpaceX che ha coordinato l’operazione del passaggio di proprietà – dovrebbe versare quanto previsto dai contratti in essere fino al loro licenziamento.

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