La bufala della Commissione Europea che «ci vieterà di dire Natale»

Si tratta di una comunicazione interna che favorisce l'inclusione tra i dipendenti. Non si tratta di certo di una norma che varrà per i cittadini UE

30/11/2021 di Gianmichele Laino

La bufala sovranista dell’Europa che vieta la parola Natale è stato una sorta di mantra che abbiamo visto e condiviso per circa due giorni, tra quotidiani – anche autorevoli – e account social di esponenti politici. Non poteva mancare, ad esempio, il tweet polemico di Matteo Salvini:

Europa vieta parola Natale? È una bufala

Né poteva mancare il rilancio di Giorgia Meloni, impegnata, tra le altre cose, a organizzare l’iniziativa del Natale dei Conservatori a Roma:

In pratica, una volta spuntato sulle bacheche dei principali leader sovranisti italiani, la bufala dell’Unione Europea che vieta di utilizzare la parola Natale è diventata virale ed è diventata di pubblico dominio. L’abbiamo talmente interiorizzata che sono spuntati fuori interi articoli che ne hanno parlato, senza dare l’opportuno spazio e l’opportuno contesto all’informazione. L’Europa, infatti, non sta vietando un bel niente. E nessuno dei cittadini europei, cristiani e non cristiani, dovrà rinunciare a dire “Buon Natale” ai suoi cari solo per il fatto di essere più inclusivo.

Quello di cui i sovranisti parlano, in realtà, altro non è che un documento interno alla Commissione Europea, rivolto ai dipendenti, che cerca di dare delle linee guida per favorire un dibattito inclusivo. Come ben si sa, nelle istituzioni lavorano persone che possono avere un credo religioso diverso o che possono essere atei. La Commissione Europea chiede semplicemente di non dare per scontato che tutti possano essere cristiani e che, di conseguenza, tutti festeggino il Natale. «Evitare di dare per scontato – si legge nel documento – che tutti siano cristiani. Non tutti celebrano le vacanze cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano negli stessi giorni. Sii sensibile al fatto che le persone abbiano diverse religioni o un calendario diverso dal tuo».

Si tratta del cosiddetto European Commission Guidelines for Inclusive Communication, un documento che offre linee guida su questo e su altro per fare in modo che i dipendenti possano comunicare nella maniera più collaborativa possibile. Nessun rischio, dunque, per il Natale e per i suoi festeggiamenti. Nonostante quello che avete letto sui giornali (o – semplicemente – nei loro titoli).

In ogni caso, le linee guida sono state ritirate

La commissaria europea alla Parità, Helena Dalli, ha ritenuto opportuno di ritirare le linee guida sulla comunicazione inclusiva che avevano innescato la polemica sull’uso del parola Natale. Ha parlato di un testo non sufficientemente maturo che, pertanto, ha bisogno di una maggiore attività di lavorazione. «L’iniziativa delle linee guida – ha detto – aveva lo scopo di illustrare la diversità della cultura europea e di mostrare la natura inclusiva della Commissione. Tuttavia, la versione pubblicata delle linee guida non è funzionale a questo scopo».

UPDATE: L’articolo è stato aggiornato alle 12.25 del 30 novembre con la notizia del ritiro, da parte della commissaria europea alla Parità Helena Dalli, delle linee guida sopra descritte. 

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