Euro2020, trasmettevano illegalmente gare: oscurati 600 portali web
Seicento tra siti web, server e piattaforme Iptv pirata per la trasmissione 'abusiva' a pagamento delle partite di Euro2020 sono stati oscurati dalla Guardia di Finanza
18/06/2021 di Redazione
Seicento tra siti web, server e piattaforme Iptv pirata per la trasmissione ‘abusiva’ a pagamento delle partite di Euro2020 sono stati oscurati dalla Guardia di Finanza. L’operazione è stato condotta dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche delle Fiamme Gialle e coordinata dalla procura di Napoli. A quanto si è appreso dagli investigatori, grazie a nuovi strumenti e innovative tecniche di indagine digitale sono stati identificati in tempo reale i “clienti” dei servizi illegali, ieri erano collegate oltre 100mila persone, senza però eseguire perquisizioni ma agendo ‘da remoto”.
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Euro2020, i sequestri
I sequestri hanno riguardato: 276 siti vetrina, utilizzati per la promozione e commercializzazione di servizi Iptv illegali collegati alla manifestazione calcistica Euro2020; 142 infrastrutture Iptv, attraverso cui vengono materialmente trasmessi i flussi audiovisivi pirata; 30 siti di live streaming, che offrono la possibilità di visualizzare in streaming le partite del campionato europeo di calcio mediante appositi link e 164 linking site, da cui è possibile “scaricare” per mezzo di cyberlocker contenuti protetti dal diritto d’autore, in questo caso le partite. L’attività, viene spiegato dagli investigatori, è partita dalla Uefa che, in qualità di titolare dei diritti di trasmissione dell’evento, ha segnalato la proliferazione di portali dediti allo streaming illegale delle partite in prossimità dell’inizio della manifestazione calcistica europea. Le prime attività investigative della Guardia di Finanza hanno riguardato l’identificazione e il monitoraggio dei servizi e delle risorse Iptv streaming illegali a partire dalla cerimonia inaugurale di Roma dello scorso 11 giugno. È stato così scoperto un nuovo articolato sistema basato su piattaforme informatiche di ultima generazione, alimentate simultaneamente da numerose “sorgenti di contenuti” ubicate in Europa che trasformavano i segnali audiovideo protetti da diritto d’autore in flussi dati sistematicamente redistribuiti in tutto il mondo. Gli investigatori hanno scoperto che moltissime delle singole risorse informatiche restituivano sul browser il messaggio ‘Xtream Codes Reborn’ che riporta ad una nota piattaforma pirata mondiale smantellata proprio dalla Guardia di Finanza nel 2019.
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