Cos’è EU Login e come si lega al Regolamento eIDAS

Il sistema di autenticazione digitale per consentire a tutti i cittadini europei di interfacciarsi con alcuni servizi è figlio di un regolamento del 2014

09/01/2024 di Enzo Boldi

Nel monografico di oggi, Giornalettismo ha deciso di parlare delle problematiche (durate quasi tre mesi e risolte solamente nelle ultime ore) che gli utenti italiani hanno incontrato per autenticarsi con SPID attraverso il sistema EU Login. Ma come funziona questo strumento? Innanzitutto occorre sottolineare come tutto ciò rientri nel processo di digitalizzazione dei servizi nel Vecchio Continente. E per farlo in sicurezza, fin dal 2014, l’Europa ha approvato il Regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature), al fine di garantire a tutti i cittadini degli Stati membri di usufruire di servizi (da Europass a Erasmus+, passando per Eures, Open Data portal e molti altri) in formato digitale, utilizzando – per l’appunto – l’identità digitale per accedere.

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Dunque, occorre fare un salto indietro nel tempo. Tornando quasi a dieci anni fa. Era il 23 luglio del 2014, quando il Parlamento Europeo approvò il Regolamento numero 910 (in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno e che abroga la direttiva 1999/93/CE), meglio conosciuto come Regolamento eIDAS. Proprio all’interno del testo, al “Considerando” numero 12, viene spiegato il principio che, poi, ha portato alla nascita di EU Login:

«Un obiettivo del presente regolamento è l’eliminazione delle barriere esistenti all’impiego transfrontaliero dei mezzi di identificazione elettronica utilizzati negli Stati membri almeno per l’autenticazione nei servizi pubblici. Il presente regolamento non intende intervenire riguardo ai sistemi di gestione dell’identità elettronica e relative infrastrutture istituiti negli Stati membri. Lo scopo del presente regolamento è garantire che per accedere ai servizi online transfrontalieri offerti dagli Stati membri si possa disporre di un’identificazione e un’autenticazione elettronica sicura». 

In realtà, facendo un piccolo passo avanti nel tempo rispetto all’approvazione e all’entrata in vigore del suddetto Regolamento, in origine si parlava di ECAS (European Commission Authentication System) e solo di recente è stato deciso di rinominare il tutto in EU Login, proprio per riflettere il suo ruolo di servizio di autenticazione per i cittadini e le imprese dell’UE.

EU Login, cos’è e perché si lega al Regolamento eIDAS

Ma come funziona questo strumento? Al netto delle problematiche evidenziate, nei mesi scorsi, in Italia (ma anche in Germania), la procedura è piuttosto semplice. Per accedere ai principali servizi della UE, occorre avere un account con delle credenziali da creare proprio sul portale di EU Login. Si può decidere se accedere attraverso la propria e-mail (con password) o utilizzando – seguendo i princìpi eID – uno strumento di identificazione digitale (come SPID o CIE, per quel che riguarda il nostro Paese). Dopodiché, il gioco è fatto e questa autenticazione sarà richiesta per accedere ai suddetti portali. E sul wikis della Commissione Europea, viene spiegato il funzionamento:

«È il primo passo prima della registrazione come organizzazione o individuo quando si accede a determinati strumenti IT come il sistema di registrazione dell’organizzazione, i moduli di domanda,  lo strumento di mobilità+, il modulo beneficiario, l’OEET o il modulo di valutazione. Ogni volta che desideri utilizzare un sito web che richiede l’autenticazione EU Login, verrai automaticamente trasferito alla pagina EU Login, dove ti verrà chiesto di inserire nome utente e password». 

Dunque, uno strumento che dovrebbe essere facile da usare e intuitivo. Un unico sistema, con credenziali uniche che permettono di accedere a molti servizi.

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